Odori, profumi, aromi e sapori… Quante volte ci riportano con la mente in luoghi lontani, passati recenti o remoti, in desideri futuri? E poi capita di perdersi in un mare di ricordi, sentimenti, emozioni e sensazioni; di cominciare a immaginare trovandoci in un labirinto di fantasie dal quale nessuno vorrebbe più uscire. Perché allora non condividere tutto? L’idea è quella del “viaggio attraverso i sapori!”, ossia attraverso un ingrediente o la ricetta di un dolce riscoprire il luogo della sua origine, indagare sulla sua storia fino ad inventarne una nuova. Così la passione per il viaggio e per il racconto, si mescola agli elementi della buona cucina. Sei una buona forchetta e hai la valigia sempre pronta? Vieni e confrontati con le nostre idee!

mercoledì 31 ottobre 2012

La regola dell'amore

INGREDIENTI:
  • Una bambina prodigiosa;
  • La terra dei Celti;
  • Una foglia di quercia;
  • La regola dell'amore.

La leggenda che vi narro affonda le sue radici in una terra antica, in un mondo in cui ogni elemento della natura collega in qualche modo l’umano col divino. Un posto in cui i boschi sono le porte dell’aldilà, i fiumi fatti della sostanza delle anime che scorrono inerti e le foglie lacrime dal cielo. Quando il Galles non era ancora uno stato, una formazione politica e artificiale, ma solo una terra libera e senza confini, i celti ne avevano fatto la loro culla. I loro sacerdoti, i druidi, praticavano una magia che derivava da una profonda conoscenza della natura e da uno stretto legame con essa, fondato sul rispetto e sulla sottomissione.
-Le stelle insegnano ciò che gli uomini intuiscono. Chi guarda al cielo con timore ne riceve sempre una dose di saggezza.
Questi ed altri principi facevano di quel popolo uno dei più saggi del suo tempo.
Una notte di metà autunno, il più anziano de druidi convocò gli spiriti fratelli:
-Le stelle ci stanno parlando. La natura è in attesa, se non obbediremo, il regno dei morti sovrasterà quello dei vivi. Una bambina. Una bambina sarà la porta dei due mondi: lei sola potrà condurre le anime dall’uno all’altro universo. A lei sarà dato il tempo come vita. Vivrà fino alla fine del genere umano.
-Fratello chi è questa bambina?
Da dietro l’anziano signore, vestito di grigio, apparve una donna stremata dal dolore.
-Sto per morire, ecco mia figlia- disse consegnandola a uno dei druidi, poi si accasciò al suolo e morì.
Da quella notte alla bambina fu proibita la vita del villaggio, perché i druidi potessero insegnarle tutti i loro arcani: all’età di dieci anni sapeva già parlare con gli animali, far crescere fiori dal prato in pieno inverno, e viaggiare nel passato. Le insegnarono tutto, tranne una cosa:
-Se le parlassimo dell’amore, di certo risveglieremmo in lei la curiosità! Vorrebbe sperimentarlo e per amore se ne fanno di sciocchezze…
-Ma pensaci fratello! Come le insegneremo ad aprire le porte della vita senza parlarle dell’amore?
Il druido più anziano prese allora la parola:
-E’ inevitabile, l’amore è la base della vita e della natura. Non potremmo trasmetterle i nostri insegnamenti senza prima parlarle di questo. Però aspetteremo che sia abbastanza matura, al compimento del suo quindicesimo anno d’età toccheremo l’argomento.
Da quando la bambina era scomparsa dal villaggio e sua madre era morta fino ad allora, la curiosità degli abitanti della ragione era cresciuta progressivamente e molti parlavano di lei come di un essere prodigioso.
Accadde dunque che un giorno, proprio una settimana prima del compiersi dei quindici anni della ragazza, un giovane forte e avvenente, assistette alla morte di sua madre. Ella infatti era stata gravemente colpita da una febbre misteriosa che, dopo giorni di delirio e dolori lancinanti, l’aveva condotta tra le braccia  della donna ammantata di nero. Il giovane ragazzo in preda alla disperazione, volle recarsi nella foresta proibita, dove gli incanti dei druidi avevano luogo e dove lui pensava potesse trovarsi la bambina prodigiosa. Sapeva benissimo che se i druidi l’avessero scoperto sarebbe stato messo a morte, ma il suo cuore puro l’aveva reso amico degli animali e lui confidava nel fatto che essi l’avrebbero aiutato. Pensava inoltre che essendo anche la bambina orfana di madre come lui, l’avrebbe capito e le avrebbe concesso di risuscitarla.
Così la notte dopo la morte, si inoltrò nel bosco incantato e non appena ci mise piede, la ragazza dei druidi che era in comunicazione con tutta la natura del bosco, lo avvertì, si incuriosì e volle conoscerlo.
Per evitare che i druidi lo scoprissero, chiese alla sua amica quercia di intrappolare il giovane con i suoi rami finché non si fossero incontrati.
-Chi sei? Cosa vuoi? Non sai che questa è la casa dei miei padri, i druidi?
-Perdonami fanciulla se profano il suolo sacro- disse il giovane tra le lacrime- ma se tu sei la ragazza di cui si dice sappia compiere il miracolo di far risuscitare i morti, ti prego aiutami! Ho perso mia madre e il dolore mi uccide…
La giovane ragazza si trovò di fronte ad una strana sensazione, qualcosa le scaldava il cuore, qualcosa di cui i druidi avevano mancato di parlarle. Una strana forza dentro di lei, portò il suo corpo ad avvicinarsi a quello del giovane fino a che non poterono guardarsi negli occhi.
-Se sei tanto buona quanto bella, se il tuo cuore è così limpido come i tuoi occhi, ascolta la mia preghiera.
-Anche se volessi non so come fare. I miei padri non mi hanno ancora trasmesso il segreto della vita e della morte, ciò che posso fare è provare ad aprire la porta della grande divisione.
-Ti prego tenta tutto ciò che puoi! Aiutami! Ho bisogno di te mia dolce fanciulla…
-Voglio aiutarti, però promettimi che resterai con me e io farò ciò che desideri.
-Te lo giuro!
La giovane pregò il ragazzo di darle qualcosa che appartenesse a sua madre e lui le diede un bracciale.
Lei lo prese, poi raccolse una foglia di quercia e pregò l’albero di darle un po’ della sua linfa, a un cervo di darle un goccio del suo sangue e poi mescolò i due liquidi sulla lamina della foglia.
-La linfa della quercia rappresenta la forza della natura, il sangue del cervo, la vita che si sacrifica. Ascoltami, adesso dimmi dov’è sepolta tua madre perché possiamo andare da lei e riportarla nel nostro mondo con questa chiave.
Il giovane la condusse appena fuori dalla foresta lì dove c’era la tomba.
-O stelle del cielo che brillate di conoscenza, e tu terra che nascondi i segreti degli uomini, e voi animali la cui vita è un pegno a nostro beneficio, vi prego risvegliate la madre di quest’uomo!
Dette queste parole la giovane pregò il ragazzo di disseppellire sua madre.
Ma qualcosa andò storto: mentre lui scavava nel terreno, una donna dal manto oscuro gli si avvicinò alle spalle. La ragazza la conosceva, era la morte col suo odore di muschio e fango che le disse:
-Maledetti siano i druidi per non averti insegnato la regola dell’amore! Non sai che chi ama segue sempre la persona amata e mai il contrario?
La morte cacciò la sua falce dal mantello, la alzò in aria, tanto che la luce della luna poté riflettersi sulla sua lama e decapitò il ragazzo sotto gli occhi della sua innamorata.
La ragazza disperata pianse lacrime amare, il terreno si impregnò di queste e i druidi avvertendo la tristezza nella natura accorsero da lei.
-Cosa è successo ragazza mia?- domandò il più anziano.
-Maledetto!- gridò lei – Maledetto sia tu! E la natura con le sue regole! Maledetto il cielo che vi ha insegnato i suoi segreti! Che la terra possa inghiottirvi nel suo abisso!
Detto questo si spalancò una voragine sotto quegli uomini e li divorò tutti.
Dall’odio di quella giovane nacque la prima Wicca: una strega che si ribellò alle leggi del bene, per paura di tornare ad amare. Ancora oggi nella notte del trentuno ottobre druidi e wicche si combattono: gli uni decisi a mantenere separati i due mondi, quello della vita e quello della morte, le altre perché la ragazza prodigiosa possa rincontrarsi col suo amato aprendo le porte dell’aldilà.


Il Turista Goloso

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