Odori, profumi, aromi e sapori… Quante volte ci riportano con la mente in luoghi lontani, passati recenti o remoti, in desideri futuri? E poi capita di perdersi in un mare di ricordi, sentimenti, emozioni e sensazioni; di cominciare a immaginare trovandoci in un labirinto di fantasie dal quale nessuno vorrebbe più uscire. Perché allora non condividere tutto? L’idea è quella del “viaggio attraverso i sapori!”, ossia attraverso un ingrediente o la ricetta di un dolce riscoprire il luogo della sua origine, indagare sulla sua storia fino ad inventarne una nuova. Così la passione per il viaggio e per il racconto, si mescola agli elementi della buona cucina. Sei una buona forchetta e hai la valigia sempre pronta? Vieni e confrontati con le nostre idee!

giovedì 27 dicembre 2012

PREMIAZIONE FINALE


COMPLIMENTI ALLA NOSTRA PRIMA                 VINCITRICE !!!!

 Ecco il momento della consegna del premio finale:

             
Complimenti comunque a tutti i partecipanti e a quanti ci hanno seguito da lontano, per aver apprezzato il nostro progetto ed aver compreso lo spirito di gioco che caratterizza il nostro lavoro.

Ma continuate a seguirci!!!! 
L'anno nuovo sta per arrivare e con lui un nuovo carico di idee ;)
Sperando di crescere e trovare sempre nuovi followers del blog, vi auguriamo un felice ANNO NUOVO ricco di prospettive e avventure da vivere :D
 

La Direzione del Turista Goloso 

martedì 25 dicembre 2012

VINCITORE DEL PREMIO FINALE

Siamo lieti di annunciare ai nostri gareggianti che finalmente abbiamo un vincitore: SILVIA DI PALO, alla quale andrà il premio di un buono acquisto alla Feltrinelli.
Complimentandoci con lei e con tutti voi per aver reso possibile la realizzazione di questo progetto, vi anticipiamo che, a condizione che ci seguiate ancora, l'esperienza del blog non finirà qui!!!
Quindi, rimanete in attesa di nostre notizie, non tarderemo a farci sentire ancora con tutte le novità che abbiamo in mente di proporvi.


Di seguito il brano e le foto del dolce proposte dalla vincitrice del nostro contest, e ancora a tutti un felice Natale.


Storiella di Natale

"Oro, incenso, mirra e gemme"
grandi urla nel mercato
nella piccola Betlemme
il sole intanto è già calato.

Sui cammelli grandi re
alle porte del paesino
son potenti,sono tre
alla ricerca di un bambino.

"Comprate qui, comprate bene"
a squarciagola un commerciante
"Olio, spezie e le catene
per la neve già fioccante".

"Venditore, ma che dici"
lo rimbrotta il mago re
"son cammelli, non son bici
il bisogno non c'è n'è;

forse un giorno serviranno,
io guardo assai lontano,
ma al Nord solo le useranno
me lo leggo sulla mano.

Noi cerchiam curiosamente
un bambino appena nato,
figlio dell'Onnipotente,
che i Profeti hanno annunciato.

Se sei stanco nella vita,
se tu cerchi il Dio del Bene,
una strada già pulita
a cui non servano catene,

tieni pronta nel tuo cuore,
la neve e il freddo scioglie presto,
con la forza dell'Amore,
si rallegra anche il mesto.

Basta poco se tu vuoi
per trovar la felicità
apri il cuore, la mente e poi
 tanta buona volontà.

Puo sembrar solo salita
col bambino appena nato
ma lui riempe la tua vita
la tua croce ha abbracciato.

Vieni con noi caro commerciante,
non esitare, fatti avanti"
dice il magio già festante
e...Buon Natale a tutti quanti!!


mercoledì 19 dicembre 2012

CONTEST FINALE: 
IL RIBALTONE

Cari concorrenti, siamo giunti alla fine di questa prima fase di gioco. Ringraziando tutti i partecipanti per l'affetto dimostratoci, vi proponiamo l'ultimo contest che abbiamo denominato: IL RIBALTONE.
Questo nome altisonante preannuncia  tanto la difficoltà del contest, quanto una possibilità in più per tutti i partecipanti vecchi e nuovi, costanti e incostanti, di recuperare il tempo e le occasioni mancate, o di confermare la propria bravura.
La gara è molto difficile, solo i migliori parteciperanno, ma è anche stimolante. Si tratta di una competizione doppia che per la prima volta (su suggerimento accolto di alcuni concorrenti) consisterà nell'affidare a voi il nostro lavoro: sarete cuochi e scrittori! Turisti e golosi!
Potrete partecipare a una sola o a entrambe le gare.
Per la prima gara ogni partecipante dovrà produrre un racconto con questi ingredienti: 1) Betlemme (casa del pane), 2) un commerciante (di cosa? libertà di scelta della materia di vendita, confidiamo nella vostra fantasia), 3) catene, 4) situazione temporale indefinita (può essere ambientato in epoca contemporanea, futura o passata). 
Per la seconda gara ogni concorrente dovrà presentare un dolce tipico del Natale. E' ovvio che trattando il nostro sito di viaggi, più lontana sarà la terra a cui il dolce appartiene, più sarà stimato come migliore. Ogni concorrente dovrà presentare una foto del dolce finito, accompagnata dal nome e dal paese di origine (il dolce può essere anche italiano e napoletano), più una foto del momento in cui lo sta preparando, o una foto che almeno testimoni che non si tratta di un'immagine recuperata da internet (foto del concorrente con il dolce presentato).
Le presentazioni dovranno pervenire al nostro solito indirizzo di posta robinandpak@gmail.com, entro il 24-12 ore 15:00. 
Il 25 ci sarà la premiazione finale.
Al primo classificato di ciascuna delle gare, saranno assegnati 10 punti, al secondo 8, e al terzo 6. Tutti gli altri partecipanti avranno diritto a 4 punti. Ma ATTENZIONE!!!! Se un partecipante parteciperà ad entrambe le gare, alla somma totale dei punteggi si aggiungeranno altri 5 PUNTI BONUS! E si realizzerà così il famoso RIBALTONE.
In questa gara nessuno è al sicuro! I primi in classifica TEMINO di diventare ULTIMI e gli ULTIMI gioiscano della possibilità di diventare PRIMI!!!

Partecipate con voglia, ma soprattutto divertitevi!
BUONE FESTE

Il vostro turista goloso. 

domenica 16 dicembre 2012

Premiazione Contest Natale - 1° Settimana

Premiazione contest: L'albero di Natale

Albero di Silvia Di Palo
Albero Monica Cerbone



Albero Susy De Rosa
Albero Lucia De Rosa



Albero Alessandra De Simone


Si sono classificate prime a pari punti Alessandra e Lucia alle quali andranno 6 punti;
la seconda classificata è Susy con 5 punti:
e a pari merito Monica e Silvia si classificano terze con 4 punti.

Grazie a tutte per aver partecipato! Continuate a seguirci.

giovedì 13 dicembre 2012

Scones - IRLANDA

LE PIETRE DEL DESTINO
(Sfida di Silvia Di Palo)



Storia:

Questo dolce si ispira alla storia della "Stone of Destiny" poi ribattezzata "Stone of Scone". Una storia antichissima di re, di guerre di furti e di destino… Molto tempo fa, nel IV secolo a.C. per la precisione, una pietra semplice, più o meno rettangolare, di arenaria (che una delle molte leggende che la riguarda vuole addirittura che sia proprio la stessa pietra usata come cuscino da Giacobbe*), approda, dopo incredibili viaggi e avventure, tutte più o meno ricche e spesso fantasiose, in Irlanda, dove venne benedetta secondo la stessa leggenda, da San Patrizio.

Questa pietra, venne chiamata inizialmente in gaelico An Lia Fàil (la pietra che parla)ma  divenne presto la Stone of Destiny o la Coronation Stone, poiché fu usata nelle incoronazioni dei Re d’Irlanda fino al 850 d.C., quando Il re Kenneth I, re del Regno di Daldrida (vi risparmio tutte le notizie sui mille regni diversi in vita in quel momento in Bretagna, vi dico solo che questo in particolare comprendeva parte della Scozia e parte dell'Irlanda del Nord) la trasportò in Scozia, dove fu definitivamente sistemata, dopo varie peregrinazioni, nello Scone Palace e più precisamente sulla Moot Hill. Lì, su quella pietra da allora in poi, furono incoronati tutti i sovrani scozzesi, e lei aggiunse un altro appellativo al suo nome: divenne la Stone of Scone.

La pietra aveva una tale importanza che Edoardo I d'Inghilterra, il famoso "Longshanks" (gambelunghe) dopo aver sconfitto gli Scozzesi e aver imprigionato il re Jhon Balliol, la fece trasportare nel 1296 nell'abbazia di Westminster (ora nella cappella di Edoardo il Confessore) con le altre insegne del potere scozzese. Naturalmente una leggenda altrettanto antica sostiene che gli Inglesi portarono via solo una copia, perché la vera pietra del Destino in realtà non avrebbe mai lasciato per alcuni la Scozia e per altri più audaci, addirittura l'Irlanda e sarebbe conservata sulle colline di Tara (ai cinefili certo questo nome ricorderà qualcosa  :-)....
La pietra comunque, una volta in Inghilterra, fu inserita in un semplice trono di legno, "The Saint Edward's Chair", commissionata da Eoardo I e pagata la somma ragguardevole per il 1297 di 100 scellini, su cui tutti i Re inglesi da allora si sono seduti durante l'incoronazione, compresa Sua Maestà Elisabetta II. 
Lì è rimasta per 700 anni, fino a quando è stata restituita ufficialmente alla Scozia nel giorno di Sant'Andrea (non a caso il santo patrono scozzese), il 30 novembre 1996 e si trova accanto agli Honour of Scotland, nel Castello di Edimburgo dato che la sua restituzione era stata  promessa fin dal 1328. Curiosità: stufi della promessa non mantenuta, 4 studenti scozzesi, la notte di Natale del 1950, cercarono di rubare la pietra, ma la danneggiarono e ciò che fu riportato in Scozia, fu recuperato dalla polizia inglese in breve tempo.
Naturalmente, però, la pietra tornerà al suo posto quando ci sarà la prossima incoronazione a Londra....

Ricetta:
INGREDIENTI:
  • 450 g di farina
  • 1 bustina di lievito
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 80 g di zucchero
  • 150 g burro
  • succo d'arancia q.b.
  • 4 cucchiai di yogurt bianco (o, meglio ancora, il "famoso" latticello, in inglese buttermilk)
  • 2 uova intere
  • 150 g di gocce di cioccolato (a piacere vostro potete metterne anche di + XD)


PROCEDIMENTO:

Si inizia setacciando la farina con il lievito e il sale, quindi si aggiunge il burro a temperatura ambiente e si lavora con la punta delle dita, come si usa fare per la frolla: si otterrà un composto "farinoso" e "sbriciolato".

A questo punto si aggiunge lo zucchero, le gocce di cioccolato e si mischia nuovamente. A parte si sbatte l'uovo con lo yogurt, quindi si amalgama al composto farinoso, meglio se ci si aiuta con un cucchiaio di legno.

A parte spremete un'arancia e versatene un po' alla volta sul composto che inizierete a girare e in modo da fargli prendere corpo.

Quando l'impasto inizia a staccarsi dalle pareti del contenitore, si procede a mano, fino a che non si ottiene un impasto morbido ma non appiccicoso, che verrà trasferito sulla spianatoia infarinata.

Si stende leggermente l'impasto, che deve comunque rimanere molto spesso (circa 2,5 cm), quindi si ricavano dei "biscottoni" che verranno posizionati su una teglia (con carta forno è meglio). si pennellano leggermente con altro yogurt e si spolverano di farina. 
Dopo si inforna il tutto a 220° per 10 minuti circa sulla griglia più alta. Una volta cotti si metteranno a raffreddare su una gratella.

ps: Se li volete più morbidi (tipo brioche) e meno duri (tipo biscotto) basta rendere l'impasto al limite della "morbidosità" aggiungendo più parte liquida(magari qualche cucchiaio di yogurt in più). Per rendere infine le forme rotonde delle medesime dimensioni usate un cerchio di metallo, quello che di solito si usa proprio per fare i biscotti ;).


ENJOY!!!


Il Turista Goloso


Fuga per la sopravvivenza

INGREDIENTI:

  • Kilkenny, Irlanda;
  • Olivia;
  • Fuga;
  • Cartolina.

Da quando si erano trasferiti in Irlanda tre anni prima non era più successo.
Olivia pensava che si sarebbe liberata per sempre del suo passato, proponendo a suo marito di trasferirsi da Londra a Kilkenny, una cittadina nel sud dell’Irlanda.
Ma il passato non è una valigia che puoi chiudere e abbandonare in una soffitta; è un bagaglio di quelli che involontariamente porti sempre con te e in alcuni casi che addirittura ti perseguita.
Mancava circa una settimana al giorno di Natale, quando in una mattina fredda e annuvolata, il postino bussò forte alla porta di casa Mc Pharlan.
Erano circa le otto e mezzo del mattino. 
Harry, il marito di Olivia, era già uscito da circa un’ora.
Lei era sola in casa, quando andò ad aprire la porta.
-Buon giorno signora…mmm... ah si, signora Mc Pharlan!
-Buon giorno, devo firmare qualcosa?
-No è semplicemente una cartolina. Tenga.
Olivia, ricevette la posta e tenendola stretta in mano, rientrò in casa richiudendo la porta. Guardò la foto sul lato superiore della cartolina: la torre del Big-Bang spiccava quale unica immagine a colori in uno sfondo in bianco e nero.
Arrivava da Londra, e la cosa che la inquietò molto.
Prima di leggere il messaggio sul retro, volle mettersi comoda. Per fortuna aveva già fatto la doccia ed era vestita, in caso d’emergenza avrebbe potuto uscire rapidamente di casa, così si adagiò sulla poltrona di fronte al camino del suo salotto.
Aveva una morsa allo stomaco, e tutto ciò che si ripeteva in mente erano le parole “non posso crederci, non posso crederci”. Cominciò a sudare freddo.
Sarebbe volentieri scappata via di casa senza leggere il messaggio della cartolina, ma dopotutto poteva anche esserci un errore di ricezione. 
Si fece coraggio e mordendosi il labbro inferiore per l’ansia voltò la cartolina e cominciò a leggere: “Quando ti arriverà il nostro messaggio, saremo già in Irlanda da circa una settimana. Sei pronta? Vogliamo venire da te…”.
-No! NO! Non può essere non ancora!
Olivia corse per casa a chiudere le tende di tutte le finestre, poi spense le luci dell'albero di Natale. Temeva potessero già essere lì, e che la stessero spiando, voleva dare l'impressione di non essere in casa. Corse così rapidamente per le stanze da avere il fiatone, poi si avvicinò alla porta d'ingresso e si schiacciò con le spalle contro di essa, come se qualcuno facesse forza dall’esterno per entrare. 
Stava avendo un comportamento irrazionale. 
Doveva calmarsi, riflettere, e invece non faceva nulla di tutto questo. 
L'ansia le scorreva rapida nelle vene.
Provò ad immaginare un piano di fuga, ma il pensiero che l'aspettassero fuori casa aumentò esponenzialmente il suo stato di confusione. 
Non sapeva cosa fare. Pensò che se avesse perso tempo a chiamare suo marito sul cellulare probabilmente ne avrebbe fatto guadagnare ai suoi persecutori. 
Fuori la porta sentì una macchina frenare, fare manovra e parcheggiare. 
“E’ la fine. Sono arrivati!”. 
Istintivamente si nascose in bagno e richiuse la porta, come se poi servisse a qualcosa. Aspettò più di un quarto d’ora rannicchiata come una bambina tra la colonna del lavandino e il water del bagno.
Aveva paura, non sapeva davvero che fare.
Il terrore la immobilizzava e schiacciava a terra come se il suo di dietro fosse un fardello di cemento. Ma poi si fece coraggio. 
Continuava a sudare freddo per tutta la pressione psicologica che stava sostenendo, ma gattonando arrivò lentamente all’ingresso di casa: da uno dei cassetti della credenza posta nel corridoio, tirò fuori una penna e un foglio di carta: “Amore mi dispiace… Non posso restare”.
Scriveva e piangeva. 
Avendo chiuso tutte le tende di casa non c’era luce e così dovette sforzare molto la vista per scrivere in maniera leggibile giacché per di più la mano le tremava come una foglia al vento.
Poi si alzò camminando con le spalle schiacciate alle pareti di casa, lentamente per non provocare il minimo rumore.
Arrivò sino in cucina nei pressi del frigorifero. 
Lì c’erano delle calamite con le quali appese il suo laconico biglietto insieme alla cartolina arrivata da Londra, in modo che fossero subito visibili a colpo d'occhio.
Poi senza neanche prendere le chiavi di casa, uscì sbattendo la porta, si mise in macchina e sfrecciò via senza una destinazione.
Forse avrebbe fatto in tempo a salvarsi.
Dopo circa cinque ore, suo marito tornò da lavoro.
Trovò tutte le tende tirate sulle finestre. A quell’ora la casa era praticamente al buio, fuori faceva mal tempo. Harry entrò in cucina e accese la luce per capire cosa stesse accadendo e perché sua moglie non avesse avvisato del fatto che usciva. Poi notò il biglietto appeso sul frigo: “Amore mi dispiace, non posso restare” lesse ad alta voce e si spaventò, e poi prese anche la cartolina. Guardò subito ciò che c’era scritto: “Quando leggerai il nostro messaggio, saremo già in Irlanda da circa una settimana. Sei pronta? Vogliamo venire da te per Natale! Ti vogliamo bene! Non vediamo l’ora di abbracciarti! Firmato: i tuoi genitori”
-Cazzo i miei suoceri!!!- esclamò Harry e senza neanche prendere le chiavi di casa, fuggì via con l’auto sperando che non fosse troppo tardi per farlo.

Che volete farci: non a tutti piace passare il Natale in famiglia.

Il Turista Goloso 


(Sfida di Silvia Di Palo)

sabato 8 dicembre 2012

Contest Natale - 1° Settimana

Cari amici! Non cominciate ad avvertire anche voi nell'aria il tempo di Natale? La nostra tradizione vuole che si addobbino le case a partire dalla festa dell'Immacolata l'8 Dicembre, con l'albero di Natale. Come prima gara di quest'ultima fase, prima della premiazione, vogliamo proprio chiedervi di farci vedere i vostri alberi addobbati!!! 
Per la gara avete tempo fino a sabato 15 ore 23:59, data in cui sarà pubblicata la seconda fase del contest. 

Mandateci dunque una foto del vostro abete di Natale al solito indirizzo di posta elettronica robinandpask@gmail.com, e cominciate ad arricchire il nostro blog con il vostro spirito natalizio. Le foto degli alberi saranno tutte pubblicate in un'apposita sezione. 
Tutti i gareggianti avranno diritto a 3 punti partecipazione. Ma le tre foto più belle riceveranno rispettivamente 6, 5 e 4 punti nell'ordine in cui saranno valutate come prima, seconda e terza classificata. 


Buon tempo d'avvento!!!


Il Turista Goloso

mercoledì 21 novembre 2012

Napoli Anni '60

INGREDIENTI:

  • Napoli;
  • Una madre, un padre e i rispettivi figli;
  • Pranzo domenicale;
  • Domenica in famiglia.


Anni sessanta. I protagonisti del pranzo domenicale di solito sono tre: la madre che è anche la cuoca, il padre nelle vesti del lavoratore stanco, e i figli.

PARTE 1: LA MADRE
Alle sei del mattino di una domenica di novembre, il cielo si tinge appena di celeste. In casa le persiane sono calate fino al pavimento, con le fessure tappate per il freddo. La madre si sveglia, indossa le sue pantofole comode e una vestaglia calda di flanella. Entra in cucina, chiude la porta, accende la luce e innanzitutto prepara un caffè. Il primo di una lunga serie, quello che gli è necessario per cominciare la giornata. Ormai sveglia prende possesso del suo regno: alza il coperchio del pentolone in cui la sera precedente aveva cucinato il ragù, e lascia che il profumo del sugo impregni le sue idee  e le apra la porta dell’estro culinario. Allora frettolosamente comincia a mettere dell’ acqua in un altro grosso pentolone, lava bene le patate dal terreno che ne ricopre la buccia, e poi le versa dentro. Una volta bollite, verranno pelate e schiacciate per farne l’impasto di ottimi crocché. Dalla finestra si sente gridare: “Caldarroste!”. Tutte le vocali di quella parola sono prolungate dalla voce tenorile del venditore ambulante. “Un kilo per favore”, la mamma fa la sua ordinazione. Una parte le lesserà per darle in pasto alla prole a colazione, una parte le arrostirà per servirle dopo pranzo, o sarebbe meglio farne un dolce? 
Prende dalla dispensa farina, olio, uova e sale. Comincia a impastare: dev’essere veloce perché in poco  tempo si sveglieranno i bambini e avranno bisogno del tavolo per fare colazione, ma la pasta fatta in casa è un must nel giorno di domenica.
Ne fa un panetto, e lo lascia riposare. Nel giro di un paio d’ore prenderà la forma di centinaia di tagliatelle. Prende il fiordilatte dal frigo, e ne fa dei cubetti, frigge le melanzane per la parmigiana, comincia a sbattere una decina di uova. Alcune andranno nelle melanzane, il resto serviranno per la mozzarella in carrozza.
“Buon giorno mamma, hai comprato le castagne?”. Il primo figlio si sveglia. Ha ancora gli occhi gonfi per il sonno e di sicuro una gran voglia di dormire, ma deve aver sentito l’ordine alla finestra di qualche minuto prima, e così si sarà svegliato per la paura che i suoi fratelli divorassero tutte le castagne prima di lui. “Siediti e fai colazione, dopo andrai a messa”. La mamma gli serve il latte col caffè e le castagne lesse. Dopo di lui si alzano altri quattro marmocchi, pigolanti come pulcini affamati. La mamma li serve tutti.

PARTE 2: IL PADRE
Ore dieci del mattino. Si sveglia. La settimana appena terminata è stata particolarmente stancante, ma per fortuna si è venduto molto. E’ arrivata la 
domenica e alle due e mezzo del pomeriggio sarebbe cominciata la partita del Napoli. Il capofamiglia si alza dal letto. I profumi della cucina lo portano dalla sua
regina. La saluta con un bacio sulla fronte, fa colazione anche lui e poi si va a lavare.
Con l’acqua calda cancella la stanchezza del lavoro settimanale, il sapone da un tono nuovo alla sua pelle. Esce dalla vasca e si rade la barba. “Oggi è domenica”. Con un pettine a denti stretti, divide i capelli ancora umidi in due sezioni, perfettamente divise da una riga bianca. Si spalma il viso col dopobarba e poi esce dal bagno, portando quel profumo di pulito innanzitutto a sua moglie. 
“Vado dal pescivendolo. Hai voglia di cozze e gamberoni? Dirò ai piccoli di aiutarti a pulirle, mentre io monderò le spigole”. La moglie accetta di buon grado perché quello del giorno è un pranzo speciale. “Papà voglio venire con te”. Di lì a mezz’ora sono al mercato del pesce. Le voci e le grida si confondono:  “Spigole, cefali, merluzzi, e baccalà”, da un lato un venditore mette in mostra i suoi crostacei: granchi, aragoste, ma anche vongole, ostriche e cozze. “Ne compro due chili, datemi anche cinque spigole e altri tre chili di gamberoni. Belli grandi e freschi! Mi raccomando fatemi fare una bella figura con mia moglie”. Il pescivendolo rassicura l’acquirente e gli serve quanto richiesto. Il profumo di quell’ambiente dà l’acquolina, padre e figlio immaginano il momento in cui mangeranno tutto.

PARTE 3 I FIGLI:
Le campane del mezzogiorno suonano festose. “Farete tardi a messa!” Li rimprovera la madre. I più piccoli di malavoglia rispondono: “ E perché non vieni anche tu?”
“Ci andrò più tardi e non essere insolente altrimenti niente dolce per te”.
La messa dura un’ora e mezza circa. In chiesa i bambini incontrano il loro zio preferito: “Zio, zio, zio!”. “Chi vuole venire con me a comprare i dolci?”, quello stesso zio sarà ospite della loro famiglia con la moglie, a pranzo.
Non c’è scampo. I bambini entrano tutti in pasticceria. C’è una fila da rispettare, ma l’attesa vale la soddisfazione. Al momento del loro turno, l’indecisione regna: lo zio ha detto che possono scegliere due paste ciascuno. Choux con crema di limone, o caffè? Crema pasticciera o cioccolato? “E cosa sarà quel dolcetto nuovo che non ho mai visto con la crema rosa? Forse sarà meglio prendere il solito cannolo siciliano, una testa di moro e un babà”. “Io voglio…vediamo…una zuppetta e una crostatina con le fragole”. “Io volevo la crostatina, adesso devo cambiare dolce!”. Insomma dopo più di mezz’ora la scelta migliore è stata quella di mettere nel vassoio un dolce per ogni tipo. Poi si ritorna tutti a casa, e quando si entra il profumo della cucina travolge i sensi: accentua il gusto, allieta l’olfatto, stimola il tatto, rallegra la vista.
Tutti si mettono a tavola in attesa. Il pranzo della domenica sarà servito di lì a poco.


Il Turista Goloso

Premiazione Contest: Pranzo Domenicale

Vincitore nonchè unico partecipante:

Andrea Zibaldo

Menù:

Aperitivo di apertura alcolico e analcolico per i più piccoli, con fettine di Casatiello napoletano e tagliere di salumi e formaggi stagionati accompagnati da marmellate fatte in casa (feoja e cotogne) e/o mieli aromatici.

Pasta fatta in casa con ragù napoletano di carne (tracchie, salsicce, braciola di cotica e braciola di carne)

Secondo composto di assaggi della carne al sugo del ragù e carne con patate e "pepaccelle" (peperoni conservati sotto aceto)

Contorni sfiziosi di parmigiana di melanzane dorate e fritte rigorosamente "mpurpate" con sugo del ragù, crocchè di patate detti panzerotti, julienne di melanzane e zucchine infarinate e fritte con scaglie di parmigiano e insalata verde per mantenere la linea :D.

Momento conclusivo da "spass": noccioline,arachidi, mais tostato, pistacchi, ceci tostati ecc.

Frutta di stagione a richiesta

Dolce, "uantier" di piccola pasticceria e dolce eventualmente preparato in casa (in questo caso cheesecake al limone)

Caffè (perennemente amaro perché preso dopo il dolce), grappa e/o amaro e/o limoncello fatto in casa

Il tutto bagnato da Vino rosso aglianico fatto in casa, acqua naturale e acqua minerale.

Foto:


Inoltre la soluzione al film che abbiamo pensato riguardante il cinema napoletano ed il pranzo della domenica è: Sabato, Domenica e Lunedì, commedia del 1959 di Eduardo De Filippo.

Indovinando anche il film, Andrea si aggiudica anche questi 2 punti per un totale di 7 punti.

Inoltre il nostro scrittore Pasquale in occasione di questo Contest ha voluto creare un racconto che potrete leggere cliccando qui (link del racconto).

sabato 17 novembre 2012

Pavlova - NUOVA ZELANDA

SOFFICE E DELICATA COME UNA BALLERINA
(Sfida di Andrea Zibaldo)


Storia:


Australia 1910
Anna Pavlova, ballerina russa, morì prematuramente per una pleurite, durante una tournée in Australia dove fece invaghire il pasticcere dell'hotel presso cui era ospite. Ogni sera il pasticcere preparava dolci meravigliosi, per stupirla attraverso l'unica cosa che poteva e sapeva fare, e in questo modo le dichiarava il suo amore che rimase però sempre segreto. Quando seppe della sua morte, inventò questa torta per commemorarla: la meringa rappresentava la sua leggerezza, la fragilità e le fragole e i lamponi, con il loro colore rosso, la malattia che l'aveva spenta. Ad oggi infatti l'originale Pavlova è realizzata con soli questi due frutti ma in qualunque periodo vi troviate potrete utilizzare i frutti di stagione che più vi piacciono.



Ricetta:

INGREDIENTI:

  • 1 cucchiaio di aceto di mele (o di vino bianco) 
  • 2 g di cremor tartaro
  • 15 g maizena
  • 1 g sale
  • 6 albumi d'uova (200 g circa)
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 400 g di zucchero semolato (possibilmente extrafine)
  • 300 g di panna fresca da montare
  • frutta di stagione per guarnire

PROCEDIMENTO:

Montate a neve con le fruste o col robot da cucina gli albumi con il sale. Inserite il cremor tartaro nello zucchero e a pioggia inseritelo negli albumi continuando sempre a montarlo con le fruste.
Montate per circa 10 min fin quando, alzando le fruste, la meringa risulta essere ben compatta e crea il cosiddetto "becco" per vedere la foto clicca qui).
A questo punto incorporate la maizena, la vaniglia e l'aceto con movimenti dal basso verso l'alto (per non smontare il composto).
Create dei piccoli contenitori come nella foto oppure un'intera meringa ed infornate a forno preriscaldato a 100°C per circa 2 ore e mezza 3 ore avendo l'accortezza di tenere aperto con un cucchiaio di legno il forno, in modo tale che l'umidità fuoriesca durante la cottura ed il prodotto si asciughi per bene. Completato il tempo di cottura fate raffreddare completamente sempre nel forno.
Ora riempite le meringhe con panna montata e guarnite con frutta fresca di stagione.


ENJOY!!!

Il Turista Goloso

Il blogger della notte

INGREDIENTI:
  • Wellington;
  • Andrew;
  • Zaino con il minimo necessario;
  • Desiderio di viaggiare.


Io lavoro di notte. 
No, non siate così sciocchi! Non fraintendetemi, il mio mestiere non è il più antico del mondo, anzi se possibile, è uno dei più recenti in assoluto: sono un blogger.
Perché lavoro di notte dunque? Domanda lecita. Vi spiego: io racconto la mia città nella sua veste oscura, quando il sole cala per essere chiari. 
Da quel momento esco dal mio appartamento, prendo il mio zaino, la mia bici e poi… la città è mia! A proposito, mi chiamo Andrew molto piacere.
Cosa ci metto nello zaino? Beh, io dico “l’indispensabile” ma probabilmente dipende solo dai punti di vista. Dunque… allora quasi sempre porto con me una macchina fotografica, una penna e un block-notes (mi servono per segnare le coordinate delle strade in cui scovo le mie storie), una torcia (non tutte le strade sono ben illuminate), un termos con del caffè (a volte la notte può essere molto lunga) e una bottiglia d’acqua. 
Nulla di più. L’indispensabile no?
Perché la bici e non un altro mezzo? 
Beh, diciamo che la bici fa molto più "avventura".
Quello di cui vi parlo non è solo il mio mestiere. E’ anche un gioco, una sfida con me stesso, un’ evasione bisettimanale (si esco solo due volte a settimana per evitare l’incombere del vampirismo nella mia vita sociale), un viaggio! Anche se inteso diversamente dal suo significato tradizionale. Insomma, una bici richiede forza fisica, sudore e in più mi permette di andare abbastanza lento da osservare gli angoli della mia città, e abbastanza veloce da correre in caso di pericolo, anche se fino ad ora, per fortuna,non ne ho mai avuto bisogno.
Com'è nata quest'idea? Ok, ho capito, vi ho incuriosito.
Adesso vi racconto tutto. 
Sono cittadino neozelandese, vivo nella capitale del mio Paese, Wellington per la precisione. E’ una tranquilla città portuale, ha degli scorci magnifici. E’ moderna e antica insieme, dovreste visitarla e in più la gente qui è molto affabile, vi piacerà.
Dunque come dicevo… ah si! Allora una notte rincasavo da un'uscita tra amici, erano circa le due, quando nei pressi di casa mia incontro un tipo che piangeva disperatamente. Lo osservai da lontano per non turbarlo più del necessario. Attaccava ossessivamente dei volantini sui muri e sui pali della luce situati nei pressi del mio appartamento. Quella scena m’incantò e così decisi di aspettare che quell' infelice andasse via dalla mia zona, per poi poter cogliere uno dei volantini e capire il motivo del suo dolore. Quando ormai terminò di tappezzare la parete esterna del mio palazzo e fu lontano, lessi su uno dei fogli le seguenti parole… Beh, adesso non le ricordo con precisione, ma più o meno facevano così:
“Mi chiamo Tizio e di cognome faccio Caio. Ho 32 anni e per un anno ho 
ripetutamente tradito la donna migliore della terra. L’ho tradita per paura e gelosia e l’ho fatto con la donna peggiore del mondo. Ho già chiesto perdono a mia moglie, ma non ho avuto il coraggio di ascoltare la sua risposta. Vorrei solo che lei sapesse, che so di essere l’uomo peggiore dell’universo, che non la merito perché sono un idiota, ma che la amo e che se morirò di dolore per non poterla più riavere, sarà una giusta punizione per me”. Insomma, una lettera strappalacrime. Di sicuro la moglie del poveraccio doveva vivere nel mio stesso condominio. Tornai a casa con uno dei volantini. Mi aveva colpito e l’avrei conservato. Ma sapete che? Di mattina lavoro come impiegato, e il mio ufficio è piuttosto lontano da casa, così quasi sempre esco al mattino presto, alle sei. Quando quel giorno uscii, non potei credere ai miei occhi: tutti i volantini erano scomparsi! La nettezza urbana  aveva fatto pulizia. 
Devo aver imprecato qualcosa come: “Cazzo, merda!” o non so che.
Il fatto è che ci rimasi malissimo. 
Pensavo: "Come avrebbe fatto allora il povero “idiota” a recuperare con sua moglie?". Così decisi. Avevo già un blog in attivo, pubblicai lì il volantino che avevo strappato, chiamando il pezzo “Racconto di notte”. Poi feci delle fotocopie e le distribuii in tutto il condominio, lasciando i fogli attraverso le fessure delle porte. 
Ecco: da qui è nata l’idea. Se non fosse stato visto da me, chi avrebbe aiutato quel giovane? La sua unica pecca era quella di aver pensato fosse meglio agire di notte. E quante cose accadono di notte senza che nessuno lo sappia? Moltissime! Una di queste ho assistito a una rapina sventata da un vecchietto affacciato ad un balcone, “L' eroe alla finestra”, così intitolai il pezzo che gli dedicai. Un’altra notte vidi la scena di un uomo che si lanciava col paracadute dall’ultimo piano di un grattacielo nel centro della città. Due settimane di carcere. Se le beccò a causa della pubblicazione di una sua foto sul mio blog. Aia, quella non fu una grande idea… Però insomma! Mi avete capito. Quando si abbassa il sole, quando la luce scompare nel mare, e il cielo si tira addosso la sua coperta blu notte per riposare, allora io prendo le mie cose, e parto all’avventura. Pedalando sento l’aria fredda pizzicarmi il viso, godo delle luci di notte della mia città, della libertà di girovagare per strada senza il pericolo delle auto. Faccio strane conoscenze, osservo immagini nascoste agli occhi di chi dorme, sento odori e sensazioni diverse da quelle che si avvertono col sole. Sono il Batman dei blogger! Sono il Grande Fratello della mia città! ... ok, non sono nessuno. Sono un semplice blogger, ma sapete? Per ogni post pubblicato conta dalle 200 alle 300 visualizzazioni e non è niente male per uno come me. In più questa avventura mi appassiona ogni giorno di più. Penso che continuerò a raccontare storie finché la mia città avrà da offrirmene. 
Storie celate agli occhi dei dormienti si intende…


Il Turista Goloso
(sfida di Andrea Zibaldo)

martedì 13 novembre 2012

4° Contest - Il Pranzo Domenicale

Carissimi gareggianti,
con questo contest vogliamo riportarvi a una famosa tradizione della città in cui vivete: 
                                                       

IL PRANZO DOMENICALE



E' innegabile quanto sia importante, se non fondamentale, per noi napoletani ma anche in altre parti d'Italia nel giorno della domenica, godere di un pranzo a regola d'arte... 
Dunque la gara consiste nell'inviare al nostro indirizzo di posta robinandpask@gmail.com il menu del vostro pranzo domenicale, accompagnato da una fotografia della vostra tavola apparecchiata nel giorno in questione.
Saranno giudicati come migliori i menu più rappresentativi della vostra tradizione.
Per quanto riguarda le foto, saranno giudicate come migliori quelle rappresentanti la tavola più artisticamente imbandita (con stoviglie coordinate nei colori, e nelle posizioni in cui sono messe) sulle quali deve trovarsi almeno uno dei piatti contenuti nel menu.
I menu e le foto devono essere inviati entro e non oltre la mezzanotte di lunedì 19 Novembre così che martedì 20 giudicheremo e mercoledì 21 premieremo.
Al primo classificato verranno assegnati 5 punti, al secondo 4 punti e al terzo 3 punti. A tutti gli altri gareggianti saranno assegnati 2 punti per la partecipazione.
MA NON E' FINITA QUI!!! 
Per chi volesse guadagnare ulteriori 2 punti, c'è la possibilità di indovinare il titolo del film che noi autori abbiamo pensato, e che è tipico della tradizione cinematografica napoletana e che tratta anche del pranzo domenicale.

PARTECIPATE E DIVERTITEVI

Il vostro Turista Goloso

lunedì 12 novembre 2012

Clafoutis - FRANCIA

UN, DEUX, TROIS, BON APPÈTIT!

Storia:

Partendo da Bourges e spingendosi verso il sud, si estende la regione del Limousin, la seconda meno popolata della Francia, dopo la Corsica. Una regione ricca di storia, cultura, di vasti pascoli dove si ammirano le grandi mucche rossastre con cui si produce la carne per la quale è famoso questo posto.
Ma non solo.
Qui nasce uno dei dolci più popolari del Paese, la cui fama si è estesa anche fuori dei confini: il Clafoutis, la cui origine si perde nel tempo, come se fosse sempre stato lì. Il suo nome deriva dalla lingua "occitan", dalla parola clafotis, del verbo clafir, che vuol dire "riempire" (la pasta di ciliegie). Un'altra corrente invece, indica come origine del nome il verbo dell'antico francese claufir, dal latino "clavo figere" che significa fissare con i chiodi, in relazione alle ciliegie che farebbero da chiodi fissati nella pasta.
Qualunque essa sia l'origine del nome, si tratta di un dolce semplicissimo, fatto preferibilmente con ciliegie nere tipo "bigarreaux" infornate in una pasta che somiglia molto a quella delle crêpes, farina, uova, latte, zucchero...
Per i puristi, la riuscita di un buon Clafoutis risiede nel nocciolo, infatti, è consigliato di non snocciolare mai le ciliegie, poiché in questo modo, conserveranno meglio il loro sapore e il loro succo non rovinerà la pasta.
Anche se il termine Clafoutis oggi viene usato anche per le declinazioni con altra frutta o persino in versione salata, in origine qualsiasi Clafoutis che non contenga ciliegie dovrebbe prendere il nome corretto di "Flongarde". Passata la stagione delle ciliegie, la stessa pasta si usava riempita a sua volta di pere o mele di produzione locale e perdeva dunque il suo nome originale.
Le ricette sono varie, cambiano in dosi e alcuni mettono del burro fuso nella pasta, ma gli ingredienti di base sono sempre gli stessi.

Ricetta:
INGREDIENTI:
  • 2 cucchiai di brandy
  • 200 ml di latte
  • 1 bustina di vanillina
  • 500 g di ciliege (se preferite denocciolate)
  • 1 pizzico di sale
  • 100 g di zucchero semolato
  • 90 g di farina
  • 3 uova 

Per la finitura:
  • Grappolo di ciliege fresche
  • Zucchero a velo

PROCEDIMENTO:

Accendete il forno a 180°C, imburrate leggermente una pirofila dai bordi bassi (dalla capacità di un litro abbondante), e cospargetela di zucchero.
Sbattete in una terrina le uova con lo zucchero, fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso uguale al doppio del volume iniziale; aggiungete la vanillina e poi setacciate la farina incorporandola bene, con un cucchiaio di legno, al composto.
Aggiungete poco alla volta il latte, mescolando delicatamente, e il Brandy. Versate nelle terrine la pastella ottenuta e distribuite uniformemente le ciliegie sul composto premendole leggermente nella pasta: infornate per 40-45 minuti, finché il Clafoutis non sia diventato soffice e ben dorato.

A cottura avvenuta, togliete il Clafoutis dal forno e spolverizzatelo con lo zucchero a velo guarnendo con ciliege fresche. Servitelo tiepido.

ENJOY!!!



Il Turista Goloso

Come funziona la mente di uno scrittore

INGREDIENTI:
  • Strasburgo, ponte sul Reno;
  • Angélie, scrittrice esordiente;
  • Grammofono;
  • Sensazioni.


-Come funziona la mente di uno scrittore? Ogni cosa parte da una sensazione. Cos’è una sensazione? Se pura, è un riflesso incondizionato.
Angélie tentava di ricordare le parole del suo professore di scrittura creativa. 
Era studentessa di letteratura all’Università di Strasburgo:
-Un riflesso incondizionato è generato da un’immagine, un suono, un profumo, un sapore… qualcosa che impercettibilmente, senza volerlo, libera il subconscio dalla prigione della ragione. Non intendo fare riferimenti freudiani alla sfera sessuale, mi riferisco piuttosto ai ricordi, ai sentimenti: quella quantità di elementi intangibili che la nostra mente chiude in piccoli cassetti di legno cesellato, perché inutilizzabili per la vita pratica di ogni giorno. Mi spiego meglio: Che se ne fa un avvocato del ricordo  dell’ansia per il giorno della sua prima comunione? Eppure mostrategli della stoffa bianca, fategli ascoltare contemporaneamente il suono delle campane di una chiesa e probabilmente si genererà in lui un riflesso incondizionato. Forse sorriderà  pensando a quanto fosse ridicolo da bambino, perché la sua mente avrà prodotto una sensazione.
Angélie voleva scrivere un libro. Era il suo sogno fin dal momento in cui aveva poggiato per la prima volta una penna sul foglio bianco di un quaderno. Ogni volta che si ritrovava davanti un foglio a righi o a quadretti, percepiva il bisogno di riempirlo con la sua fantasia, come se fosse un universo da ricreare, come se con la sua penna si generasse un nuovo Big-bang. Così prendeva a disegnare linee sinuose riempiendole di fiori e foglie, poi ci scriveva a fianco delle frasi, le quali terminavano quasi sempre con dei puntini sospensivi.
Scrivere era la sua passione. 
Persino l’odore dell’inchiostro la faceva impazzire, ma tutte le volte che si era cimentata nella scrittura di un romanzo non era mai riuscita a completarlo.
-Scrivere è difficile. Che nessuno si iscriva a questo corso pensando di poterlo passare con facilità. Uno scrittore è una persona coraggiosa: lascia trasparire le sue emozioni pubblicamente. Scruta ogni singolo ricordo, sentimento o sensazione. Lascia che la penna gli graffi il cuore e la mente; che la sua punta di ferro gratti via la patina della routine e gli faccia scoprire cose di sé che diversamente non avrebbe mai potuto comprendere. Per questo ci vuole coraggio: quando si scrive, in qualche modo si parla di sé.
Angélie aveva fatto tesoro di quegli insegnamenti, per questo quel giorno aveva deciso: avrebbe cominciato il suo romanzo. 
Si trovava nel centro di Strasburgo, affacciata alla ringhiera di uno dei ponti che collegava le due sponde del Reno. Erano le cinque del pomeriggio di un giovedì del mese di Novembre, il fiume scorreva veloce, le persone camminavano rapidamente;
alcuni bambini piagnucolavano per non aver ricevuto dalle loro madri i dolcetti che avevano richiesto.
Angélie chiuse gli occhi e si concentrò su quei suoni, qualcosa in lei si stava generando. Poi li riaprì quel tanto che era necessario a camminare per avvicinarsi a una panetteria e sentire il profumo delle baguettes calde, e dei dolci freschi di forno.
Richiuse di nuovo gli occhi. Una musica si stava producendo nei suoi orecchi: “no rien de rien, no je ne regrette rien…”, era la canzone preferita di sua madre. Era una grande ammiratrice della Piaf, Edith Piaf. Ma da dove arrivava quella musica?
Il suono non era quello limpido prodotto dalle moderne apparecchiature: era graffiato, incostante e dispersivo. Sembrava uscire da uno di quei vecchi grammofoni. Aprì gli occhi e lo vide: da una delle case in stile alsaziano, al primo piano, si affacciava dalla finestra la tromba d’ottone di un grammofono. Il volume era al massimo ma nonostante questo, non si potevano coprire le grida prodotte nel salotto di quella casa.
-Perché mi dici questo?
-Sei una donnaccia!
Poi improvvisamente si scansò perché una di quelle auto dal muso lungo, stile anni venti la stava per investire. Si guardò intorno: non era nella Strasburgo dei suoi anni. 
Su un marciapiede un ragazzo, venditore di quotidiani, gridava forte l’imminente scoppio di una guerra. Dall’altro, uomini vestiti elegantemente con lunghi cappotti neri, un cilindro e un bastone si dirigevano in un locale dove allegre signorine, ballavano accompagnate dalla musica di un pianoforte, reggendo in una mano una coppa di champagne e nell’altra una sigaretta.
Poi fu tutto in un attimo:
-Vado via!
Strillò forte la donna che abitava la casa col grammofono. E il grido fu tale da far trasalire Angélie.
Si guardò nuovamente intorno intontita. L’atmosfera di poco prima era svanita per far spazio alla più devastante modernità. Tornò l’immagine del fiume, il profumo della panetteria e il suono dei bambini piagnucoloni.
Angélie si sentiva confusa. Poi comprese: quello che aveva avuto era un riflesso incondizionato.
Tornò a casa dopo aver comprato un quaderno nuovo, prese la sua penna migliore e cominciò a scrivere:
“Strasburgo inizio anni quaranta. Era imminente la seconda guerra mondiale, un grande amore stava per terminare…”