INGREDIENTI:
- Una bambina prodigiosa;
- La terra dei Celti;
- Una foglia di quercia;
- La regola dell'amore.
La leggenda che vi narro affonda le sue radici in una
terra antica, in un mondo in cui ogni elemento della natura collega in qualche
modo l’umano col divino. Un posto in cui i boschi sono le porte dell’aldilà, i
fiumi fatti della sostanza delle anime che scorrono inerti e le foglie lacrime
dal cielo. Quando il Galles non era ancora uno stato, una formazione politica e
artificiale, ma solo una terra libera e senza confini, i celti ne avevano fatto
la loro culla. I loro sacerdoti, i druidi, praticavano una magia che derivava
da una profonda conoscenza della natura e da uno stretto legame con essa,
fondato sul rispetto e sulla sottomissione.
-Le stelle insegnano ciò che gli uomini intuiscono. Chi
guarda al cielo con timore ne riceve sempre una dose di saggezza.
Questi ed altri principi facevano di quel popolo uno dei
più saggi del suo tempo.
Una notte di metà autunno, il più anziano de druidi
convocò gli spiriti fratelli:
-Le stelle ci stanno parlando. La natura è in attesa, se
non obbediremo, il regno dei morti sovrasterà quello dei vivi. Una bambina. Una
bambina sarà la porta dei due mondi: lei sola potrà condurre le anime dall’uno
all’altro universo. A lei sarà dato il tempo come vita. Vivrà fino alla fine
del genere umano.
-Fratello chi è questa bambina?
Da dietro l’anziano signore, vestito di grigio, apparve
una donna stremata dal dolore.
-Sto per morire, ecco mia figlia- disse consegnandola a
uno dei druidi, poi si accasciò al suolo e morì.
Da quella notte alla bambina fu proibita la vita del
villaggio, perché i druidi potessero insegnarle tutti i loro arcani: all’età di
dieci anni sapeva già parlare con gli animali, far crescere fiori dal prato in
pieno inverno, e viaggiare nel passato. Le insegnarono tutto, tranne una cosa:
-Se le parlassimo dell’amore, di certo risveglieremmo in
lei la curiosità! Vorrebbe sperimentarlo e per amore se ne fanno di
sciocchezze…
-Ma pensaci fratello! Come le insegneremo ad aprire le
porte della vita senza parlarle dell’amore?
Il druido più anziano prese allora la parola:
-E’ inevitabile, l’amore è la base della vita e della
natura. Non potremmo trasmetterle i nostri insegnamenti senza prima parlarle di
questo. Però aspetteremo che sia abbastanza matura, al compimento del suo
quindicesimo anno d’età toccheremo l’argomento.
Da quando la bambina era scomparsa dal villaggio e sua
madre era morta fino ad allora, la curiosità degli abitanti della ragione era
cresciuta progressivamente e molti parlavano di lei come di un essere
prodigioso.
Accadde dunque che un giorno, proprio una settimana prima
del compiersi dei quindici anni della ragazza, un giovane forte e avvenente,
assistette alla morte di sua madre. Ella infatti era stata gravemente colpita
da una febbre misteriosa che, dopo giorni di delirio e dolori lancinanti,
l’aveva condotta tra le braccia della
donna ammantata di nero. Il giovane ragazzo in preda alla disperazione, volle
recarsi nella foresta proibita, dove gli incanti dei druidi avevano luogo e
dove lui pensava potesse trovarsi la bambina prodigiosa. Sapeva benissimo che
se i druidi l’avessero scoperto sarebbe stato messo a morte, ma il suo cuore
puro l’aveva reso amico degli animali e lui confidava nel fatto che essi
l’avrebbero aiutato. Pensava inoltre che essendo anche la bambina orfana di
madre come lui, l’avrebbe capito e le avrebbe concesso di risuscitarla.
Così la notte dopo la morte, si inoltrò nel bosco
incantato e non appena ci mise piede, la ragazza dei druidi che era in
comunicazione con tutta la natura del bosco, lo avvertì, si incuriosì e volle
conoscerlo.
Per evitare che i druidi lo scoprissero, chiese alla sua
amica quercia di intrappolare il giovane con i suoi rami finché non si fossero
incontrati.
-Chi sei? Cosa vuoi? Non sai che questa è la casa dei
miei padri, i druidi?
-Perdonami fanciulla se profano il suolo sacro- disse il
giovane tra le lacrime- ma se tu sei la ragazza di cui si dice sappia compiere
il miracolo di far risuscitare i morti, ti prego aiutami! Ho perso mia madre e
il dolore mi uccide…
La giovane ragazza si trovò di fronte ad una strana
sensazione, qualcosa le scaldava il cuore, qualcosa di cui i druidi avevano
mancato di parlarle. Una strana forza dentro di lei, portò il suo corpo ad
avvicinarsi a quello del giovane fino a che non poterono guardarsi negli occhi.
-Se sei tanto buona quanto bella, se il tuo cuore è così
limpido come i tuoi occhi, ascolta la mia preghiera.
-Anche se volessi non so come fare. I miei padri non mi
hanno ancora trasmesso il segreto della vita e della morte, ciò che posso fare
è provare ad aprire la porta della grande divisione.
-Ti prego tenta tutto ciò che puoi! Aiutami! Ho bisogno
di te mia dolce fanciulla…
-Voglio aiutarti, però promettimi che resterai con me e
io farò ciò che desideri.
-Te lo giuro!
La giovane pregò il ragazzo di darle qualcosa che
appartenesse a sua madre e lui le diede un bracciale.
Lei lo prese, poi raccolse una foglia di quercia e pregò
l’albero di darle un po’ della sua linfa, a un cervo di darle un goccio del suo
sangue e poi mescolò i due liquidi sulla lamina della foglia.
-La linfa della quercia rappresenta la forza della
natura, il sangue del cervo, la vita che si sacrifica. Ascoltami, adesso dimmi
dov’è sepolta tua madre perché possiamo andare da lei e riportarla nel nostro
mondo con questa chiave.
Il giovane la condusse appena fuori dalla foresta lì dove
c’era la tomba.
-O stelle del cielo che brillate di conoscenza, e tu
terra che nascondi i segreti degli uomini, e voi animali la cui vita è un pegno
a nostro beneficio, vi prego risvegliate la madre di quest’uomo!
Dette queste parole la giovane pregò il ragazzo di
disseppellire sua madre.
Ma qualcosa andò storto: mentre lui scavava nel terreno,
una donna dal manto oscuro gli si avvicinò alle spalle. La ragazza la
conosceva, era la morte col suo odore di muschio e fango che le disse:
-Maledetti siano i druidi per non averti insegnato la
regola dell’amore! Non sai che chi ama segue sempre la persona amata e mai il
contrario?
La morte cacciò la sua falce dal mantello, la alzò in
aria, tanto che la luce della luna poté riflettersi sulla sua lama e decapitò
il ragazzo sotto gli occhi della sua innamorata.
La ragazza disperata pianse lacrime amare, il terreno si
impregnò di queste e i druidi avvertendo la tristezza nella natura accorsero da
lei.
-Cosa è successo ragazza mia?- domandò il più anziano.
-Maledetto!- gridò lei – Maledetto sia tu! E la natura
con le sue regole! Maledetto il cielo che vi ha insegnato i suoi segreti! Che
la terra possa inghiottirvi nel suo abisso!
Detto questo si spalancò una voragine sotto quegli uomini
e li divorò tutti.
Dall’odio di quella giovane nacque la prima Wicca: una
strega che si ribellò alle leggi del bene, per paura di tornare ad amare.
Ancora oggi nella notte del trentuno ottobre druidi e wicche si combattono: gli
uni decisi a mantenere separati i due mondi, quello della vita e quello della
morte, le altre perché la ragazza prodigiosa possa
rincontrarsi col suo amato aprendo le porte dell’aldilà.
Il Turista Goloso