Odori, profumi, aromi e sapori… Quante volte ci riportano con la mente in luoghi lontani, passati recenti o remoti, in desideri futuri? E poi capita di perdersi in un mare di ricordi, sentimenti, emozioni e sensazioni; di cominciare a immaginare trovandoci in un labirinto di fantasie dal quale nessuno vorrebbe più uscire. Perché allora non condividere tutto? L’idea è quella del “viaggio attraverso i sapori!”, ossia attraverso un ingrediente o la ricetta di un dolce riscoprire il luogo della sua origine, indagare sulla sua storia fino ad inventarne una nuova. Così la passione per il viaggio e per il racconto, si mescola agli elementi della buona cucina. Sei una buona forchetta e hai la valigia sempre pronta? Vieni e confrontati con le nostre idee!

mercoledì 31 ottobre 2012

Welsh Cakes - GALLES

UNA GOLOSITA' CELTICA



Storia:


Essendo un paese antico risalente al tempo dei celti, il Galles è storicamente conosciuto come un territorio agricolo e minerario. Un tempo era lo stato con la più grande produzione di carbone sulla terra. Intorno al 1800 cominciarono a prodursi le Welsh Cakes (o tortine gallesi) di solito preparate dalle casalinghe gallesi, le quali le cucinavano come merenda da portare a scuola per i propri figli. Essendo questo un dolce durevole, sostanzioso e delizioso, presto divenne anche lo "snack" per eccellenza dei minatori gallesi. Essi erano realizzati con la dimensione giusta per poter essere inseriti nelle tasche delle loro giacche da lavoro. Inoltre il dolce era l'unico momento di luce e gioia per i minatori costretti a fare questo duro lavoro al buio. Nel corso del tempo con la modernizzazione delle città questo dolce iniziò a scomparire.
Ma proprio mentre si stava spegnendo definitivamente questa affascinante tradizione ecco che l'azienda Welsh Baker (http://www.welshbaker.com) riaccese la produzione grazie alla quale oggi il prodotto è esportato fino in America.

Ricetta:
INGREDIENTI:
  • 225 g farina 
  • 2 tsp baking powder
  • 110 g burro
  • 1 pizzico di sale
  • 1 pizzico di cannella e noce moscata
  • 1 uovo
  • uvetta sultanina a piacere
  • latte se necessario
  • 85 g zucchero
  • burro extra per ungere
  • zucchero semolato per finire

PROCEDIMENTO:

Lavorare il burro e la farina. Aggiungere lo zucchero, il baking, il sale, la cannella, la noce moscata, l'uvetta e l'uovo. 
Se occorre, usare un goccio di latte. Formare una pasta morbida che si possa lavorare con le mani. 
Tirare la pasta sino ad ottenere un foglio di 5 millimetri e ricavare con un tagliapasta (quello ondulato) dischi di 7.5-10cm.
Preriscaldare una pesante piastra di ferro o un tegame antiaderente. 
Ungere con il burro e cuocere i dolci sulla piastra, circa 2-3 minuti per lato, ciascuno dei quali deve essere caramellato, assumendo così un colore leggermente ambrato. 
Togliere dal tegame e spolverizzare con zucchero semolato quando i preparati sono ancora caldi. 
Sono ottimi anche con la confettura (ho sperimentato l'abbinamento con la confettura di lamponi).


ENJOY!!!


Il Turista Goloso

La regola dell'amore

INGREDIENTI:
  • Una bambina prodigiosa;
  • La terra dei Celti;
  • Una foglia di quercia;
  • La regola dell'amore.

La leggenda che vi narro affonda le sue radici in una terra antica, in un mondo in cui ogni elemento della natura collega in qualche modo l’umano col divino. Un posto in cui i boschi sono le porte dell’aldilà, i fiumi fatti della sostanza delle anime che scorrono inerti e le foglie lacrime dal cielo. Quando il Galles non era ancora uno stato, una formazione politica e artificiale, ma solo una terra libera e senza confini, i celti ne avevano fatto la loro culla. I loro sacerdoti, i druidi, praticavano una magia che derivava da una profonda conoscenza della natura e da uno stretto legame con essa, fondato sul rispetto e sulla sottomissione.
-Le stelle insegnano ciò che gli uomini intuiscono. Chi guarda al cielo con timore ne riceve sempre una dose di saggezza.
Questi ed altri principi facevano di quel popolo uno dei più saggi del suo tempo.
Una notte di metà autunno, il più anziano de druidi convocò gli spiriti fratelli:
-Le stelle ci stanno parlando. La natura è in attesa, se non obbediremo, il regno dei morti sovrasterà quello dei vivi. Una bambina. Una bambina sarà la porta dei due mondi: lei sola potrà condurre le anime dall’uno all’altro universo. A lei sarà dato il tempo come vita. Vivrà fino alla fine del genere umano.
-Fratello chi è questa bambina?
Da dietro l’anziano signore, vestito di grigio, apparve una donna stremata dal dolore.
-Sto per morire, ecco mia figlia- disse consegnandola a uno dei druidi, poi si accasciò al suolo e morì.
Da quella notte alla bambina fu proibita la vita del villaggio, perché i druidi potessero insegnarle tutti i loro arcani: all’età di dieci anni sapeva già parlare con gli animali, far crescere fiori dal prato in pieno inverno, e viaggiare nel passato. Le insegnarono tutto, tranne una cosa:
-Se le parlassimo dell’amore, di certo risveglieremmo in lei la curiosità! Vorrebbe sperimentarlo e per amore se ne fanno di sciocchezze…
-Ma pensaci fratello! Come le insegneremo ad aprire le porte della vita senza parlarle dell’amore?
Il druido più anziano prese allora la parola:
-E’ inevitabile, l’amore è la base della vita e della natura. Non potremmo trasmetterle i nostri insegnamenti senza prima parlarle di questo. Però aspetteremo che sia abbastanza matura, al compimento del suo quindicesimo anno d’età toccheremo l’argomento.
Da quando la bambina era scomparsa dal villaggio e sua madre era morta fino ad allora, la curiosità degli abitanti della ragione era cresciuta progressivamente e molti parlavano di lei come di un essere prodigioso.
Accadde dunque che un giorno, proprio una settimana prima del compiersi dei quindici anni della ragazza, un giovane forte e avvenente, assistette alla morte di sua madre. Ella infatti era stata gravemente colpita da una febbre misteriosa che, dopo giorni di delirio e dolori lancinanti, l’aveva condotta tra le braccia  della donna ammantata di nero. Il giovane ragazzo in preda alla disperazione, volle recarsi nella foresta proibita, dove gli incanti dei druidi avevano luogo e dove lui pensava potesse trovarsi la bambina prodigiosa. Sapeva benissimo che se i druidi l’avessero scoperto sarebbe stato messo a morte, ma il suo cuore puro l’aveva reso amico degli animali e lui confidava nel fatto che essi l’avrebbero aiutato. Pensava inoltre che essendo anche la bambina orfana di madre come lui, l’avrebbe capito e le avrebbe concesso di risuscitarla.
Così la notte dopo la morte, si inoltrò nel bosco incantato e non appena ci mise piede, la ragazza dei druidi che era in comunicazione con tutta la natura del bosco, lo avvertì, si incuriosì e volle conoscerlo.
Per evitare che i druidi lo scoprissero, chiese alla sua amica quercia di intrappolare il giovane con i suoi rami finché non si fossero incontrati.
-Chi sei? Cosa vuoi? Non sai che questa è la casa dei miei padri, i druidi?
-Perdonami fanciulla se profano il suolo sacro- disse il giovane tra le lacrime- ma se tu sei la ragazza di cui si dice sappia compiere il miracolo di far risuscitare i morti, ti prego aiutami! Ho perso mia madre e il dolore mi uccide…
La giovane ragazza si trovò di fronte ad una strana sensazione, qualcosa le scaldava il cuore, qualcosa di cui i druidi avevano mancato di parlarle. Una strana forza dentro di lei, portò il suo corpo ad avvicinarsi a quello del giovane fino a che non poterono guardarsi negli occhi.
-Se sei tanto buona quanto bella, se il tuo cuore è così limpido come i tuoi occhi, ascolta la mia preghiera.
-Anche se volessi non so come fare. I miei padri non mi hanno ancora trasmesso il segreto della vita e della morte, ciò che posso fare è provare ad aprire la porta della grande divisione.
-Ti prego tenta tutto ciò che puoi! Aiutami! Ho bisogno di te mia dolce fanciulla…
-Voglio aiutarti, però promettimi che resterai con me e io farò ciò che desideri.
-Te lo giuro!
La giovane pregò il ragazzo di darle qualcosa che appartenesse a sua madre e lui le diede un bracciale.
Lei lo prese, poi raccolse una foglia di quercia e pregò l’albero di darle un po’ della sua linfa, a un cervo di darle un goccio del suo sangue e poi mescolò i due liquidi sulla lamina della foglia.
-La linfa della quercia rappresenta la forza della natura, il sangue del cervo, la vita che si sacrifica. Ascoltami, adesso dimmi dov’è sepolta tua madre perché possiamo andare da lei e riportarla nel nostro mondo con questa chiave.
Il giovane la condusse appena fuori dalla foresta lì dove c’era la tomba.
-O stelle del cielo che brillate di conoscenza, e tu terra che nascondi i segreti degli uomini, e voi animali la cui vita è un pegno a nostro beneficio, vi prego risvegliate la madre di quest’uomo!
Dette queste parole la giovane pregò il ragazzo di disseppellire sua madre.
Ma qualcosa andò storto: mentre lui scavava nel terreno, una donna dal manto oscuro gli si avvicinò alle spalle. La ragazza la conosceva, era la morte col suo odore di muschio e fango che le disse:
-Maledetti siano i druidi per non averti insegnato la regola dell’amore! Non sai che chi ama segue sempre la persona amata e mai il contrario?
La morte cacciò la sua falce dal mantello, la alzò in aria, tanto che la luce della luna poté riflettersi sulla sua lama e decapitò il ragazzo sotto gli occhi della sua innamorata.
La ragazza disperata pianse lacrime amare, il terreno si impregnò di queste e i druidi avvertendo la tristezza nella natura accorsero da lei.
-Cosa è successo ragazza mia?- domandò il più anziano.
-Maledetto!- gridò lei – Maledetto sia tu! E la natura con le sue regole! Maledetto il cielo che vi ha insegnato i suoi segreti! Che la terra possa inghiottirvi nel suo abisso!
Detto questo si spalancò una voragine sotto quegli uomini e li divorò tutti.
Dall’odio di quella giovane nacque la prima Wicca: una strega che si ribellò alle leggi del bene, per paura di tornare ad amare. Ancora oggi nella notte del trentuno ottobre druidi e wicche si combattono: gli uni decisi a mantenere separati i due mondi, quello della vita e quello della morte, le altre perché la ragazza prodigiosa possa rincontrarsi col suo amato aprendo le porte dell’aldilà.


Il Turista Goloso

lunedì 22 ottobre 2012

Premiazione 2° Contest, FASE 3

.CARI FUNS DEL TURISTA GOLOSO! Allora cosa ve ne pare di quest'ultimo contest? Vi è piaciuto? Il prossimo sarà anche migliore...
Nel frattempo la premiazione dell'ultima fase del contest:

1^ classificata: Silvia Di Palo, con 4 punti;
2^ classificata: Monica Cerbone, con 3 punti;

Vi aspettiamo più numerosi per la prossima gara! Il tema sarà: HALLOWEEN!!!
Mi raccomando partecipate in molti.


Il Turista Goloso

mercoledì 17 ottobre 2012

Soluzione e Premiazione 2° Contest FASE 2

Il Turista Goloso si complimenta con tutti i partecipanti alla seconda fase del secondo contest, in quanto TUTTI avete risposto in maniera esatta (stavolta sono stato più buono nel proporvi qualcosa di più semplice). Ma la prossima ed ultima fase sarà decisiva!!!

Soluzione del Rebus:

"L'ingrediente segreto sono le Visciole"

Come da regolamento ecco i premiati di questa fase:

1° Classificato Maria Trematerra con 4 punti;
2° Classificata Silvia Di Palo con 3 punti;
3° Classificata Andrea Zibaldo con 2 punti.

Per tutti gli altri avranno 1 punto partecipazione.

Vi ringraziamo tutti ed ora date lo sprint finale per la terza fase!!!

Il Turista Goloso

2° Contest - FASE 3

Come alcuni di voi hanno intuito la terza fase ha a che fare con un dolce ebraico, il cui ingrediente principale sono le visciole. Ecco a voi la ricetta (clicca qui)
La terza fase del contest servirà a stimolare la vostra creatività in cucina!
In definitiva dovrete proporci una variante sul tema…
Potete aggiungere, togliere o cambiare uno o tutti gli ingredienti della base del dolce, cioè dell’impasto;
oppure uno o più ingredienti del ripieno, ad eccezione delle visciole;
proporre forme di cottura e di composizione del dolce differente da quella da noi fornita.

Avete tempo fino alle ore 23.59 di Domenica 21 Settembre per inviarci la ricetta.
Il nostro Chef Roberto giudicherà come migliori le 3 ricette che risulteranno essere più originali ma anche e soprattutto fattibili. Al primo classificato andranno 4 punti, al secondo 3 punti e al terzo 2.
Per tutti gli altri 1 punti per la partecipazione.
Dovrete inviarci le vostre ricette in formato WORD al solito indirizzo di posta elettronica…
E come disse un “celebre anonimo”: I BUONI CUOCHI VANNO IN PARADISO!!!

Crostata Ebraica - ISRAELE

LA TRADIZIONE DI UN GHETTO

           Storia:

A Roma, in via del Portico d'Ottavia, nel cuore di quello che oggi per convenzione si chiama ancora "ghetto ebraico" si trova una pasticceria senza insegne e con le vetrine spoglie e un po' spartane.
Per gli ebrei romani questo monumento è Boccione, per tutti gli altri è il forno del ghetto.
Quello che è noto a tutti è che dal piccolo retrobottega escono delle delizie incredibili che risalgono ad una tradizione antichissima, dolci di ogni forma e misura.
Non è raro anche vedere comitive di turisti sostare davanti alla porta a vetri dell'ingresso , fanno la fila anche suore e preti e spesso spunta fuori qualcuno che racconta che anche il papa è goloso dei dolcetti della tradizione ebraica.
La famiglia che lo gestisce è l'unica erede di una tradizione culinaria che risale al medioevo e che ha visto tramandarsi le ricette da padre in figlio.
Le specialità di questo forno non sono poi tantissime anche perchè non seguono certo  la moda ma bensì i ritmi della giornata e il calendario religioso.
Tra le brioches e i biscotti, meritano una  menzione a parte anche le torte, tra cui la famosa crostata di ricotta e visciole( amarene selvatiche dal gusto un po' asprigno).


Ricetta:
INGREDIENTI:

  • Pasta frolla (in quantità da foderare una tortiera da 32cm)
  • 350 g di confettura di Visciole
  • 500 g di ricotta (meglio se di pecora)
  • 200 g di zucchero
  • 3 cucchiai di rum 
  • 1 uovo


Opzionale:
Gelatina neutra:
  • 40 g di zucchero
  • 100 g di acqua
  • 1 cucchiaio (raso!!!) di fecola di patate o amido di mais.

PROCEDIMENTO:

Foderare una tortiera precedentemente imburrata ed infarinata con la pasta frolla. Inserire la confettura di visciole uniformemente.
Passare al setaccio la ricotta ed amalgamarla con lo zucchero, il rum e l'uovo creando una crema bella liscia.
Inserirla nella crostata e coprire con strisce di pasta frolla incrociate.
Cuocere a forno preriscaldato a 180°-200° per circa 35-40 minuti fin quando le strisce non saranno scure (se non siete sicuri del risultato dopo 35-40 minuti).
Se volete aggiungere anche la gelatina fate sciogliere il cucchiaio di fecola con 2 cucchiai di acqua ed aggiungerli in un pentolino con i 100 g di acqua e lo zucchero. Cuocere fin quando non si addenserà il tutto e sarà liscia e trasparente la gelatina.
Prendere un pennello e passare su tutta la superficie uno strato sottile.
In foto ne vedete tanta perchè non avevo il pennello xD

N.B: Se vi risulta troppo densa la gelatina allungatela con qualche cucchiaio di acqua. Consiglio di aggiungere qualche goccia di limone per dare profumo alla gelatina ^^


ENJOY!!!


Il Turista Goloso

TRADITION !!!

INGREDIENTI:
  • Roma;
  • Giacomo e Rebecca, giovani sposi;
  • Chuppah;
  • Tradizione.


(Dedicato a due cari amici)

Mi chiamo Giacomo, Yacov per il resto dei miei familiari; sono ebreo.
I miei nonni si stabilirono in Italia, a Roma, dopo la seconda guerra mondiale. Sono  cresciuto e pasciuto nel “ghetto”, ma oggi vivo in centro. A proposito: mi sono sposato da poco. Mia moglie (bellissima davvero, non potete averne un’idea) si chiama Rebecca. E’ vero non esiste nome più ebraico di questo, ma neanche persona che sia più cattolica.
La verità è che dopo averla conosciuta mi sono convertito anche io:
-Yacov!- tuonò mio nonno quando lo seppe – Stai tradendo i tuoi padri…
-Nonno, io ho un solo padre.
-I tuoi insegnamenti… Mosè!!!
-Ma nonno… lascia che Mosè riposi in pace, credi davvero gliene freghi qualcosa di me? Ascoltami, non dimenticherò nulla degli insegnamenti che mi avete dato. Li porterò nel mio cuore, sono parte di me e della mia vita, solo li leggerò sotto una luce diversa.
Mio nonno non mi parlò per un mese. Credo che abbia persino pianto. Mi immagino che abbia trascorso lunghe notti insonni a pregare per me. 
Poi ha accettato il fatto.
-Ascoltami! Se come tu dici manterrai dentro di te le nostre tradizioni, spero almeno che ti sposi secondo il rito ebraico…
-No, lo farò secondo il rito cristiano.
-Cazzo!- esclamò arrabbiatissimo. 
Credo che se avesse potuto mi avrebbe fatto a fettine sottilissime con un coltello da macellaio.
-Ma allora cosa rimarrà di me in te?- Scoppiò a piangere di nuovo.
Un paio di giorni più tardi in occasione del mio battesim-comunion-cresima, un  sacramento istituito apposta per casi speciali a quanto pare, chiesi al sacerdote se potessi introdurre nel matrimonio uno dei riti tipici della mia cultura. Con mio grande stupore, e nel rispetto dell’integrità psicofisica di mio nonno, mi rispose che in effetti, pur non essendo molto praticato oggi, i primi cristiani mantennero nel giorno del matrimonio un’usanza tipicamente ebraica: l’uso della Chuppah.
“La Chuppah è un manto che viene posto sul capo degli sposi a mo’ di baldacchino. Esso simboleggia la creazione, nel momento del matrimonio, di un nuovo focolare domestico sacro. I quattro lati del manto infatti rappresentano delle mura che però non sono chiuse ma aperte (simbolo dei valori di ospitalità e accoglienza). Se ci fate caso poi, il manto copre gli sposi dall’ alto così come fa la benedizione di Dio”.
Decisi di non dire niente a mio nonno. Volevo fargli una sorpresa.
Il giorno del matrimonio Rebecca era magnifica. 
Nel vederla dimenticai ogni cosa avessi imparato e ripetuto, le parole del rito, tutto! Quando arrivò da me, anziché baciarle la fronte, la baciai sulle labbra. Lei arrossì ma sorrise, mentre il prete ci ricordava che quello non era ancora il momento.
Prima della fine della celebrazione, si compì il rito della Chuppah e poi baciai la sposa (di nuovo).
Durante i festeggiamenti al ristorante, andai da mio nonno.
Da lontano vidi il suo sguardo severo e orgoglioso seguirmi mentre mi avvicinavo.
-Nonno! Allora, pensi che Mosè abbia gradito?
Prima corrugò la fronte, ma poi non potendo più trattenersi scoppiò a ridere.
-Sei un cristiano! Lavati la bocca col sapone prima di parlare di Mosè, insolente!
Mi abbracciò forte.
-Cristiano o ebreo, tu sei mio nipote. Viviti l’amore perché Dio è amore. Chiediti cosa sia, indaga sulla sua realtà, prega perché ti sia insegnato ogni giorno ad amare di più.
Sai una cosa? Sono felice per te. Ho piantato un seme in mio figlio, e mio figlio lo ha piantato in te. Ma è stato Dio a irrigarlo, solo fa lo stesso con i tuoi figli.

Mio nonno aveva ragione. Avrei seguito i suoi insegnamenti. Ogni tradizione ne ha uno di base, e se le tradizioni possono contaminarsi fino ad estinguersi del tutto, ciò non vale per gli insegnamenti che le sostengono.

domenica 14 ottobre 2012

2° Contest - FASE 2

Ed eccoci arrivati alla seconda fase del 2° Conest.
Come avrete notato si tratta di un REBUS.
Chi tra noi non si è mai trovato davanti a uno di questi rompicapo enigmistici? 
Bene è giunto il momento di mettervi alla prova.
Risolvete il rebus ed inviate la soluzione sulla casella di posta: robinandpask@gmail.com , a partire dal lunedì successivo al lancio del contest.
La durata di questa fase sarà di 3 giorni.
Saranno vincitori della seconda fase del contest le prime tre persone che invieranno la soluzione finale.
ATTENZIONE!!! Ogni concorrente potrà proporre UNA ED UNA SOLA SOLUZIONE!!! Quindi siate sicuri prima di inviarcela.
Per la determinazione dei più veloci tra i concorrenti farà fede l’orario esatto di invio del messaggio riportato automaticamente da tutte le mail.
Punteggio: 1° classificato 4 punti; 2° classificato 3 punti; 3°classificato 2 punti, più 1 punto partecipazione per tutti gli altri concorrenti.

Divertitevi e partecipate!!!

Il Turista Goloso

sabato 13 ottobre 2012

Soluzione e Premiazione Fase 1 del 2° Contest

Gent.li partecipanti, considerando che:

-il brano conteneva indizi espliciti che vi segnaleremo tramite evidenziamento in giallo;
-gli indizi che avevamo richiesto fanno direttamente riferimento alla soluzione finale e non ad altri stati;
-gli utenti hanno rilevato una possibile ambiguità tra la soluzione finale e il primo indizio (che in parte coincidevano);

sebbene la soluzione iniziale sia la seguente:
1) I capoversi del brano formano la frase "il Paese di cui parliamo è ISRAELE";
2) Il monumento a cui facciamo riferimento è la lapide (o tomba) del Rabbino Loew;
3) L'arma finale è il Golem;
Soluzione Finale: STATO D'ISRAELE;

non avendo alcun utente individuato la completa soluzione a causa della prima richiamata ambiguità, e avendo molti erroneamente identificato la soluzione finale con la REPUBBLICA CECA, il Turista Goloso ha deciso di proclamare vincitori, i primi 3 utenti che abbiano inviato la prevista mail avendo indovinato almeno i 3 indizi in maniera corretta.

Tuttavia ci teniamo a fare delle precisazioni:
1) Sebbene gli indizi facciano più riferimenti alla cultura dello Stato d'Israele che alla Repubblica Ceca riteniamo comprensibile la posizione di quelli che ritengono che gli indizi siano fuorvianti;
2) Il CIMITERO non sarebbe comunque un MONUMENTO ma un COMPLESSO MONUMENTUALE. 
Inoltre il brano conteneva un riferimento diretto al secondo indizio affermando che: "c’erano degli uomini attorno al monumento funebre " con il quale si intende la lapide o tomba del Rabbino Loew.

Per ritornare al brano clicca qui

Promettendo un impegno maggiore nella chiarezza del regolamento, il Turista Goloso si complimenta e ringrazia tutti i partecipanti.


PREMIAZIONE: 

1° CLASSIFICATO: Maria Trematerra con 4 punti;
2° CLASSIFICATO: Susy De Rosa con 3 punti;

Essendo le uniche due concorrenti ad aver individuato con precisione i tre indizi (saranno contattate direttamente dalla redazione per la notizia), non ci sarà un terzo classificato. A loro vanno i complimenti del Turista Goloso e a tutti gli altri gareggianti 1 punto per la partecipazione.
Vi invitiamo a partecipare alla prossima fase di cui presto avrete notizie.

A lezione con le Spezie!!!

Bazar di spezie ad Instabul
Conoscere le spezie, le loro proprietà, il loro uso in cucina è un argomento che preme proporvi in quanto nelle varie ricette che Roberto prepara, potrete imbattervi in questi ingredienti così misteriosi e dai mille profumi ed è bene che sappiate comportarvi nel migliore dei modi.
L'idea è una sorta di almanacco da avere sottomano in cui presentiamo le principali spezie di tutto il mondo, descrivendole, raccontandone sommariamente la storia e suggerendo, in alcuni casi, delle ricette postate nel blog.
Le spezie possono essere ricavate dalle bacche (il peperoncino è una di queste), dalle cortecce (come la cannella), dai fiori (lo zafferano), dalle foglie (le foglie di curry ne sono un esempio), da frutti e semi (il pepe, per esempio), dalle gemme floreali (i chiodi di garofano) e dalle radici (la curcuma).
In cucina il consiglio generale è quello di aggiungere le spezie a fine cottura in modo che cuocendo poco possano mantenere integro il loro profumo: se aggiunte a inizio cottura, il calore lo farà degradare. Per i dolci invece la maggior parte, cotti in forno, ovviamente ciò non vale. 
Per quanto possibile cercate sempre di acquistare le spezie intere e macinarle al momento del bisogno: evitate di comperare le spezie in polvere perché perdono in sapore. 
Un altro consiglio è quello di comprarne una modesta quantità per evitare che invecchino in casa e non sappiano di nulla al momento dell’uso. 
Va da sé che l’uso delle spezie all’interno di una ricetta non deve essere smodato ma dosato accuratamente per evitare di coprire gli altri sapori.
Ecco, dunque, lo schema con le spezie trattate.


ANETO:
In cucina si usano sia i semi sia le foglie soprattutto nella cucina scandinava, che li accosta ad uova, pesce (salmone), molluschi e patate.
Nella cucina italiana viene adoperato nelle insalate, sulle patate lessate, nelle marinate, nella salsa per i pesci , per insaporire minestre e intingoli e sulla carne alla griglia, ma si accompagna anche a yogurtpanna acida e formaggi freschi.
I semi, molto profumati, sono ideali per aromatizzare l'aceto, e quindi le conserve.




ANICE:
Il sapore dolce e il delicato gusto di liquirizia dei semi di anice è particolarmente indicato per la preparazione di dolciumi ( le caramelle all'anice per esempio) e per bevande alcoliche. Lo si può trovare in semi interi o in polvere. E' preferibile conservare i semi interi in vasi con chiusura ermetica, lontano dalla luce. Quando sono vecchi i semi dal colore grigio-verde diventano marroni. 


ANICE STELLATO:

L'anice stellato, una spezia insolita e gradevole, è il frutto a forma di stella di un piccolo albero sempreverde. Ha un sapore forte ed aspro di anice e quando viene usato in cucina va messa in piccole dosi. Molto usata nella cucina cinese soprattutto con la carne e nei dolci a base di frutta. 




CANNELLA:

A differenza di altre spezie la cannella non si ricava dal seme o dal frutto bensì dal fusto e dai ramoscelli che, una volta liberati dal sughero esterno e trattati assumono un aspetto di una pergamena color nocciola. Il suo aroma è pungentemente dolce e aromatico e viene usata in prevalenza su pietanze dolci come biscotti, torte, budini e creme. Indispensabile nella cucina Indiana è un ingrediente base per il loro riso (pilau). La si trova sia in stecche che in polvere e come le altre spezie conserva meglio il suo aroma da intera; se però si ha intenzione di usarla macinata è bene acquistarla già pronta perchè le stecche sono difficili da macinare.



CARDAMOMO:

Il cardamomo ha un gusto ricco, leggermente piccante e un aroma piacevole e inebriante. E' una delle spezie più costose e viene usato ampiamente in India in piatti a base di riso. La parte aromatica si trova nei semi interni alla capsula verde (vedi sopra), per questo è sempre meglio comprare le capsule intere e aprirle all'occorrenza macinando i semi.




CHIODI DI GAROFANO:

I chiodi di garofano sono i boccioli essiccati di una pianta tropicale sempreverde. E' una spezia molto antica e veniva già usata nell'antichità in cucina , in medicina e in profumeria. Hanno un aroma dolce, caldo e persistente, fortemente pungente e vengono usati sia nelle pietanze dolci che salate. Ottimi anche, se uniti alle cipolle , per aromatizzare brodi di carne. Si possono trovare interi o in polvere anche se quest'ultima tende a diventare rancida in poco tempo.



CORIANDOLO:

L'aroma intenso, dolce, simile a quello dell'arancio rende il coriandolo una delle spezie più versatili. Molto delicato, il coriandolo può essere usato in notevoli quantità senza che rovini il sapore dei piatti. Il suo gusto armonizza particolarmente con quello dell'aglio e del peperoncino, e si adatta perfettamente a piatti di carne e verdura. Le sue foglie in medio oriente vengono usate come il prezzemolo. I semi si possono trovare interi o in polvere; è preferibile acquistarli interi e tostarli prima di macinarli per esaltarne il sapore.



CUBEBE:

Ha un odore gradevole e aromatico ed un gusto associabile al pimento ma con note più amare. Poiché era molto diffuso nel medioevo molte ricette risalgono a quel periodo. Usato in ricette di carne o salse. Può anche essere candito con zucchero o glassa di tamarindo. Nella cucina marocchina è spesso utilizzato nella pasticceria, inoltre può comparire occasionalmente nella lista degli ingredienti per il ras el hanout. Nella cucina indonesiana può essere ingrediente del masala. In Polonia è usato per il Ocet Kubebowy; un condimento tipico composto di aceto, cubebe, cumino e aglio



CUMINO:

Delicatamente aromatico, il cumino è un ingrediente fondamentale della cucina del Medio Oriente e dell'Africa del nord. In Marocco, il caratteristico aroma di questa spezia pervade i bazar e i chioschi. Ha un sapore forte e leggermente amaro e molte persone addirittura lo descrivono come "odore di sudore". I semi si trovano generalmente interi essiccati ed è consigliabile tenerli in recipienti chiusi ermeticamente.



CURCUMA:
La curcuma è una delle grandi spezie indiane, usata fin dall'antichità in tutto il subcontinente indiano come tintura per gli abiti sacerdotali, per le sue proprietà medicinali e come spezia culinaria per dare colore e sapore. E' una radice che assomiglia molto allo zenzero e viene usata per preparare il curry. Ha un gusto particolare, leggermente amaro . E' quasi impossibile macinarla in casa, per questo si trova quasi sempre in polvere.


DRAGONCELLO:
È coltivata nell'Europa occidentale per i suoi usi gastronomici. Foglie e fiori vengono raccolti nei mesi più caldi. È molto utilizzata nella cucina toscana e in quella francese per insaporire pesce, uova ed altre pietanze. È uno dei componenti principali della salsa bernese che si usa per insaporire la carne alla griglia.




GINEPRO:
Sono bacche dal colore nero-blu provenienti dal cespuglio del ginepro. Note soprattutto perchè danno al gin il suo sapore caratteristico, hanno un gusto dolce e aromatico e sono una spezia comune nella cucina dell'Europa. In cucina sono usate soprattutto per aromatizzare carni dal sapore forte come ad esempio la selvaggina. Si trovano generalmente intere ed essiccate, facilmente triturabili.


MACIS:

Il macis è l'involucro carnoso che riveste la noce moscata e sebbene il sapore sia simile il macis è più delicato. Il macis è molto costoso, per questo quello in polvere viene spesso adulterato con piante di qualità inferiore. L'aroma è dolce e penetrante. E' molto usato in Gran Bretagna dove viene spesso accompagnato a pesce, carne e formaggio. Se si compera il macis macinato è bene prenderne poco perchè anche se chiuso in recipienti ermetici perde presto il suo aroma.



NOCE MOSCATA:

La noce moscata è un seme marrone, racchiuso in un involucro lucido e circondato da una membrana rossastra (macis). Il suo gusto dolce e raffinato e il profumo di bosco che sprigiona la rese una spezia quasi magica, così apprezzata nei secoli passati che molti la portavano con se assieme a una piccola grattugia in modo da poterla aggiungere al cibo e al vino caldo.
E' una spezia tuttora molto usata in cucina, dove viene generalmente abbinata a creme, torte ma può essere usata con ottimi risultati anche su purè di patate e salse salate. In Italia viene spesso aggiunta a ripieni di carne, formaggio o spinaci per tortellini, ravioli e cannelloni.



PAPAVERO (SEMI DI):


Come tutti i semi oleosi, anche i semi di papavero sono molto utilizzati negli impasti di prodotti da forno e in pasticceria: davvero gustoso l'abbinamento con gli agrumi che vede spesso questi semini coprotagonisti di torte assieme ad arance o limoni.

Sono molto utilizzati nella cucina tedesca e in Italia appartengono alla tradizione culinaria del Trentino-Alto Adige. Un classico, ad esempio, è lo strudel ai semi di papavero.




PAPRICA:
I primi a coltivare questa pianta tropicale, in una regione a clima temperato, furono gli spagnoli. In seguito, con il passare dei secoli, esso subì un'evoluzione diventando il dolce e delicato peperone. Questa stessa pianta, essiccata e macinata, diventa una spezia: la paprica. Molti conoscono il suo sapore attraverso il gulash, un piatto comune a tutta l'Europa orientale ma associato in particolar modo all'Ungheria, che produce la paprica di miglior qualità del mondo in una grande varietà di gradazioni: da quella dolce e e delicata a quelle molto piccanti.
In cucina è tradizionalmente usata per dare colore e un delicato e dolce  sapore di peperone a minestre , salse e naturalmente al gulash. Si consiglia di comprarla in piccole dosi poichè perde presto il suo aroma. Più la polvere è marrone più è vecchia e quindi ha un gusto sgradevole.



PEPE:
Re delle spezie, il pepe ha dominato il commercio di spezie europeo fin dai tempi del Medioevo ed è stato lo stimolo principale che spinse la ricerca di nuove rotte verso l'Oriente.
Il pepe ha un gradevole gusto piccante che si abbina con ogni tipo di piatto e si può trovare in diverse varietà:

  • Pepe nero: Le bacche vengono raccolte a metà maturazione, quando sono rosse e poi fatte essiccare al sole fino a che diventano di color nero. I grani del pepe nero sono piccanti e aromatici.
  • Pepe bianco: Le bacche vengono raccolte quando sono rosse e completamente mature, poi vengono messe a bagno in acqua e sale fino a che la pellicola nerastra esterna che li avvolge si sgretola (all'interno i grani sono bianchi), poi vengono essiccate. I grani del pepe bianco sono più piccoli di quelli neri e hanno un sapore più dolce e meno forte.
  • Pepe verde: Si ottiene raccogliendo le bacche acerbe (verdi), è morbido, poco piccante ed ha un sapore fruttato, fresco e aromatico. Viene conservato in aceto o salamoia;
  • Pepe rosa:Le bacche del pepe rosa, appartengono ad una specie differente di pepe, un albero sudamericano della famiglia delle Anacardiacee, che spesso causa allergie (non bisogna abusarne poichè possono risultare tossiche). Il pepe rosa ha bacche disidratate dal sapore delicato, aromatico e resinoso, lievemente piccante che si deteriora velocemente.



PEPERONCINO:
I peperoncini sono sicuramente la spezia più conosciuta nel mondo. Hanno un sapore forte e piccante anche se non tutti lo sono eccessivamente, alcune varietà messicane,per esempio, hanno un gusto appena lievemente piccante e ricco di sapore, che aggiunge una sottile nota distintiva ai piatti in cui vengono usate. I peperoncini verdi freschi sono spesso meno piccanti di quelli maturi che, a seconda delle varietà, possono essere rossi, arancioni,gialli, marroni ,porpora o neri. Per mitigare il sapore piccante si possono togliere i semi.

I peperoncini sono reperibili freschi o essiccati interi,tritati o in polvere. Bisogna fare attenzione quando si maneggiano e lavarsi sempre le mani dopo aver toccato i semi; sono questi ultimi infatti che possono provocare una spiacevole sensazione di bruciore sulla pelle.


PIMENTO:
Il sapore sembra quello di una miscela di chiodi di garofano, cannella e noce moscata, ma si tratta di un'unica spezia, con bacche simili a grossi grani di pepe che crescono su un albero sempreverde della famiglia del mirto. E' stato importato in Europa subito dopo la scoperta del nuovo mondo ma, nonostante la versatilità che lo caratterizza e che gli permette di essere usato in pietanze tanto dolci che salate, non è mai diventato una delle spezie fondamentali in cucina, con la sola eccezione dell'Europa settentrionale e orientale dove viene usato per la conservazione di carne e pesce.

Si può trovare in grani o macinato. E' preferibile comprarlo in grani, conservarlo in un recipiente chiuso ermeticamente e macinarlo all'occorrenza con un mortaio o un macinino perchè altrimenti perderebbe il suo aroma rapidamente.


ZAFFERANO:
Se il pepe è il re delle spezie lo zafferano ne è la regina. Molti uomini hanno rischiato la vita per questa spezia, rara e preziosa come l'oro; anche oggi vi sono persone il cui sostentamento dipende dalla coltivazione dello zafferano e che sopportano molte privazioni per produrre i suoi sottili fili d'oro.
E' il suo particolare metodo di produzione che rende lo zafferano così raro e prezioso. Si tratta in sostanza degli stimmi rosso-arancio di un fiore violetto che fiorisce, per il breve periodo di due settimane in autunno ed ogni fiore ha solo tre stimmi che devono essere raccolti manualmente all'alba , prima che il sole scotti. Dopo di che vengono essiccati e in questo processo perdono l'80% del loro peso, intensificando notevolmente il loro sapore. Il risultato è che servono dai 200.000 ai 400.000 stimmi per ottenere un kg di zafferano. Ecco perchè è molto caro. Ha un gusto molto aromatico e gradevole ed è usato generalmente in cucina per aromatizzare piatti di riso e di pesce.


ZENZERO:
Lo zenzero è una radice di color marrone che viene estratta da una pianta tropicale. E' molto succosa ma anche fibrosa, piena di filamenti; per questo va generalmente grattugiata per ricavarne solo la polpa oppure passata in una centrifuga dove il succo viene separato dai filamenti. Lo zenzero ha un gusto forte e aromatico, gradevole e rinfrescante. Viene spesso abbinato al pesce al quale dona una leggera nota piccante ma allo stesso tempo delicata ma si abbina anche magnificamente con le preparazioni dolci. Lo si può trovare anche essiccato in polvere ma non ha nulla a che vedere con la radice fresca che è molto più aromatica.