Odori, profumi, aromi e sapori… Quante volte ci riportano con la mente in luoghi lontani, passati recenti o remoti, in desideri futuri? E poi capita di perdersi in un mare di ricordi, sentimenti, emozioni e sensazioni; di cominciare a immaginare trovandoci in un labirinto di fantasie dal quale nessuno vorrebbe più uscire. Perché allora non condividere tutto? L’idea è quella del “viaggio attraverso i sapori!”, ossia attraverso un ingrediente o la ricetta di un dolce riscoprire il luogo della sua origine, indagare sulla sua storia fino ad inventarne una nuova. Così la passione per il viaggio e per il racconto, si mescola agli elementi della buona cucina. Sei una buona forchetta e hai la valigia sempre pronta? Vieni e confrontati con le nostre idee!

giovedì 13 dicembre 2012

Fuga per la sopravvivenza

INGREDIENTI:

  • Kilkenny, Irlanda;
  • Olivia;
  • Fuga;
  • Cartolina.

Da quando si erano trasferiti in Irlanda tre anni prima non era più successo.
Olivia pensava che si sarebbe liberata per sempre del suo passato, proponendo a suo marito di trasferirsi da Londra a Kilkenny, una cittadina nel sud dell’Irlanda.
Ma il passato non è una valigia che puoi chiudere e abbandonare in una soffitta; è un bagaglio di quelli che involontariamente porti sempre con te e in alcuni casi che addirittura ti perseguita.
Mancava circa una settimana al giorno di Natale, quando in una mattina fredda e annuvolata, il postino bussò forte alla porta di casa Mc Pharlan.
Erano circa le otto e mezzo del mattino. 
Harry, il marito di Olivia, era già uscito da circa un’ora.
Lei era sola in casa, quando andò ad aprire la porta.
-Buon giorno signora…mmm... ah si, signora Mc Pharlan!
-Buon giorno, devo firmare qualcosa?
-No è semplicemente una cartolina. Tenga.
Olivia, ricevette la posta e tenendola stretta in mano, rientrò in casa richiudendo la porta. Guardò la foto sul lato superiore della cartolina: la torre del Big-Bang spiccava quale unica immagine a colori in uno sfondo in bianco e nero.
Arrivava da Londra, e la cosa che la inquietò molto.
Prima di leggere il messaggio sul retro, volle mettersi comoda. Per fortuna aveva già fatto la doccia ed era vestita, in caso d’emergenza avrebbe potuto uscire rapidamente di casa, così si adagiò sulla poltrona di fronte al camino del suo salotto.
Aveva una morsa allo stomaco, e tutto ciò che si ripeteva in mente erano le parole “non posso crederci, non posso crederci”. Cominciò a sudare freddo.
Sarebbe volentieri scappata via di casa senza leggere il messaggio della cartolina, ma dopotutto poteva anche esserci un errore di ricezione. 
Si fece coraggio e mordendosi il labbro inferiore per l’ansia voltò la cartolina e cominciò a leggere: “Quando ti arriverà il nostro messaggio, saremo già in Irlanda da circa una settimana. Sei pronta? Vogliamo venire da te…”.
-No! NO! Non può essere non ancora!
Olivia corse per casa a chiudere le tende di tutte le finestre, poi spense le luci dell'albero di Natale. Temeva potessero già essere lì, e che la stessero spiando, voleva dare l'impressione di non essere in casa. Corse così rapidamente per le stanze da avere il fiatone, poi si avvicinò alla porta d'ingresso e si schiacciò con le spalle contro di essa, come se qualcuno facesse forza dall’esterno per entrare. 
Stava avendo un comportamento irrazionale. 
Doveva calmarsi, riflettere, e invece non faceva nulla di tutto questo. 
L'ansia le scorreva rapida nelle vene.
Provò ad immaginare un piano di fuga, ma il pensiero che l'aspettassero fuori casa aumentò esponenzialmente il suo stato di confusione. 
Non sapeva cosa fare. Pensò che se avesse perso tempo a chiamare suo marito sul cellulare probabilmente ne avrebbe fatto guadagnare ai suoi persecutori. 
Fuori la porta sentì una macchina frenare, fare manovra e parcheggiare. 
“E’ la fine. Sono arrivati!”. 
Istintivamente si nascose in bagno e richiuse la porta, come se poi servisse a qualcosa. Aspettò più di un quarto d’ora rannicchiata come una bambina tra la colonna del lavandino e il water del bagno.
Aveva paura, non sapeva davvero che fare.
Il terrore la immobilizzava e schiacciava a terra come se il suo di dietro fosse un fardello di cemento. Ma poi si fece coraggio. 
Continuava a sudare freddo per tutta la pressione psicologica che stava sostenendo, ma gattonando arrivò lentamente all’ingresso di casa: da uno dei cassetti della credenza posta nel corridoio, tirò fuori una penna e un foglio di carta: “Amore mi dispiace… Non posso restare”.
Scriveva e piangeva. 
Avendo chiuso tutte le tende di casa non c’era luce e così dovette sforzare molto la vista per scrivere in maniera leggibile giacché per di più la mano le tremava come una foglia al vento.
Poi si alzò camminando con le spalle schiacciate alle pareti di casa, lentamente per non provocare il minimo rumore.
Arrivò sino in cucina nei pressi del frigorifero. 
Lì c’erano delle calamite con le quali appese il suo laconico biglietto insieme alla cartolina arrivata da Londra, in modo che fossero subito visibili a colpo d'occhio.
Poi senza neanche prendere le chiavi di casa, uscì sbattendo la porta, si mise in macchina e sfrecciò via senza una destinazione.
Forse avrebbe fatto in tempo a salvarsi.
Dopo circa cinque ore, suo marito tornò da lavoro.
Trovò tutte le tende tirate sulle finestre. A quell’ora la casa era praticamente al buio, fuori faceva mal tempo. Harry entrò in cucina e accese la luce per capire cosa stesse accadendo e perché sua moglie non avesse avvisato del fatto che usciva. Poi notò il biglietto appeso sul frigo: “Amore mi dispiace, non posso restare” lesse ad alta voce e si spaventò, e poi prese anche la cartolina. Guardò subito ciò che c’era scritto: “Quando leggerai il nostro messaggio, saremo già in Irlanda da circa una settimana. Sei pronta? Vogliamo venire da te per Natale! Ti vogliamo bene! Non vediamo l’ora di abbracciarti! Firmato: i tuoi genitori”
-Cazzo i miei suoceri!!!- esclamò Harry e senza neanche prendere le chiavi di casa, fuggì via con l’auto sperando che non fosse troppo tardi per farlo.

Che volete farci: non a tutti piace passare il Natale in famiglia.

Il Turista Goloso 


(Sfida di Silvia Di Palo)

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