Odori, profumi, aromi e sapori… Quante volte ci riportano con la mente in luoghi lontani, passati recenti o remoti, in desideri futuri? E poi capita di perdersi in un mare di ricordi, sentimenti, emozioni e sensazioni; di cominciare a immaginare trovandoci in un labirinto di fantasie dal quale nessuno vorrebbe più uscire. Perché allora non condividere tutto? L’idea è quella del “viaggio attraverso i sapori!”, ossia attraverso un ingrediente o la ricetta di un dolce riscoprire il luogo della sua origine, indagare sulla sua storia fino ad inventarne una nuova. Così la passione per il viaggio e per il racconto, si mescola agli elementi della buona cucina. Sei una buona forchetta e hai la valigia sempre pronta? Vieni e confrontati con le nostre idee!

mercoledì 21 novembre 2012

Napoli Anni '60

INGREDIENTI:

  • Napoli;
  • Una madre, un padre e i rispettivi figli;
  • Pranzo domenicale;
  • Domenica in famiglia.


Anni sessanta. I protagonisti del pranzo domenicale di solito sono tre: la madre che è anche la cuoca, il padre nelle vesti del lavoratore stanco, e i figli.

PARTE 1: LA MADRE
Alle sei del mattino di una domenica di novembre, il cielo si tinge appena di celeste. In casa le persiane sono calate fino al pavimento, con le fessure tappate per il freddo. La madre si sveglia, indossa le sue pantofole comode e una vestaglia calda di flanella. Entra in cucina, chiude la porta, accende la luce e innanzitutto prepara un caffè. Il primo di una lunga serie, quello che gli è necessario per cominciare la giornata. Ormai sveglia prende possesso del suo regno: alza il coperchio del pentolone in cui la sera precedente aveva cucinato il ragù, e lascia che il profumo del sugo impregni le sue idee  e le apra la porta dell’estro culinario. Allora frettolosamente comincia a mettere dell’ acqua in un altro grosso pentolone, lava bene le patate dal terreno che ne ricopre la buccia, e poi le versa dentro. Una volta bollite, verranno pelate e schiacciate per farne l’impasto di ottimi crocché. Dalla finestra si sente gridare: “Caldarroste!”. Tutte le vocali di quella parola sono prolungate dalla voce tenorile del venditore ambulante. “Un kilo per favore”, la mamma fa la sua ordinazione. Una parte le lesserà per darle in pasto alla prole a colazione, una parte le arrostirà per servirle dopo pranzo, o sarebbe meglio farne un dolce? 
Prende dalla dispensa farina, olio, uova e sale. Comincia a impastare: dev’essere veloce perché in poco  tempo si sveglieranno i bambini e avranno bisogno del tavolo per fare colazione, ma la pasta fatta in casa è un must nel giorno di domenica.
Ne fa un panetto, e lo lascia riposare. Nel giro di un paio d’ore prenderà la forma di centinaia di tagliatelle. Prende il fiordilatte dal frigo, e ne fa dei cubetti, frigge le melanzane per la parmigiana, comincia a sbattere una decina di uova. Alcune andranno nelle melanzane, il resto serviranno per la mozzarella in carrozza.
“Buon giorno mamma, hai comprato le castagne?”. Il primo figlio si sveglia. Ha ancora gli occhi gonfi per il sonno e di sicuro una gran voglia di dormire, ma deve aver sentito l’ordine alla finestra di qualche minuto prima, e così si sarà svegliato per la paura che i suoi fratelli divorassero tutte le castagne prima di lui. “Siediti e fai colazione, dopo andrai a messa”. La mamma gli serve il latte col caffè e le castagne lesse. Dopo di lui si alzano altri quattro marmocchi, pigolanti come pulcini affamati. La mamma li serve tutti.

PARTE 2: IL PADRE
Ore dieci del mattino. Si sveglia. La settimana appena terminata è stata particolarmente stancante, ma per fortuna si è venduto molto. E’ arrivata la 
domenica e alle due e mezzo del pomeriggio sarebbe cominciata la partita del Napoli. Il capofamiglia si alza dal letto. I profumi della cucina lo portano dalla sua
regina. La saluta con un bacio sulla fronte, fa colazione anche lui e poi si va a lavare.
Con l’acqua calda cancella la stanchezza del lavoro settimanale, il sapone da un tono nuovo alla sua pelle. Esce dalla vasca e si rade la barba. “Oggi è domenica”. Con un pettine a denti stretti, divide i capelli ancora umidi in due sezioni, perfettamente divise da una riga bianca. Si spalma il viso col dopobarba e poi esce dal bagno, portando quel profumo di pulito innanzitutto a sua moglie. 
“Vado dal pescivendolo. Hai voglia di cozze e gamberoni? Dirò ai piccoli di aiutarti a pulirle, mentre io monderò le spigole”. La moglie accetta di buon grado perché quello del giorno è un pranzo speciale. “Papà voglio venire con te”. Di lì a mezz’ora sono al mercato del pesce. Le voci e le grida si confondono:  “Spigole, cefali, merluzzi, e baccalà”, da un lato un venditore mette in mostra i suoi crostacei: granchi, aragoste, ma anche vongole, ostriche e cozze. “Ne compro due chili, datemi anche cinque spigole e altri tre chili di gamberoni. Belli grandi e freschi! Mi raccomando fatemi fare una bella figura con mia moglie”. Il pescivendolo rassicura l’acquirente e gli serve quanto richiesto. Il profumo di quell’ambiente dà l’acquolina, padre e figlio immaginano il momento in cui mangeranno tutto.

PARTE 3 I FIGLI:
Le campane del mezzogiorno suonano festose. “Farete tardi a messa!” Li rimprovera la madre. I più piccoli di malavoglia rispondono: “ E perché non vieni anche tu?”
“Ci andrò più tardi e non essere insolente altrimenti niente dolce per te”.
La messa dura un’ora e mezza circa. In chiesa i bambini incontrano il loro zio preferito: “Zio, zio, zio!”. “Chi vuole venire con me a comprare i dolci?”, quello stesso zio sarà ospite della loro famiglia con la moglie, a pranzo.
Non c’è scampo. I bambini entrano tutti in pasticceria. C’è una fila da rispettare, ma l’attesa vale la soddisfazione. Al momento del loro turno, l’indecisione regna: lo zio ha detto che possono scegliere due paste ciascuno. Choux con crema di limone, o caffè? Crema pasticciera o cioccolato? “E cosa sarà quel dolcetto nuovo che non ho mai visto con la crema rosa? Forse sarà meglio prendere il solito cannolo siciliano, una testa di moro e un babà”. “Io voglio…vediamo…una zuppetta e una crostatina con le fragole”. “Io volevo la crostatina, adesso devo cambiare dolce!”. Insomma dopo più di mezz’ora la scelta migliore è stata quella di mettere nel vassoio un dolce per ogni tipo. Poi si ritorna tutti a casa, e quando si entra il profumo della cucina travolge i sensi: accentua il gusto, allieta l’olfatto, stimola il tatto, rallegra la vista.
Tutti si mettono a tavola in attesa. Il pranzo della domenica sarà servito di lì a poco.


Il Turista Goloso

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